In base all’ultima nota diffusa dall’ISTAT, le recenti previsioni dell’OCSE segnalano come il perdurare della crisi energetica associata alle recenti decisioni in tema di politica monetaria potrebbe causare una decelerazione dell’economia mondiale.
In Italia ad agosto si è registrato il rimbalzo congiunturale della produzione industriale, se questa tendenza venisse confermata anche nel terzo trimestre si registrerebbe un modesto aumento congiunturale.
La ripresa dei consumi si è associata nel secondo trimestre a una marcata riduzione della propensione al risparmio ancora su livelli superiori a quelli pre-crisi.
Lato occupazione, ad agosto, il mercato del lavoro ha evidenziato un’ulteriore flessione degli occupati, una riduzione dei disoccupati e un aumento degli inattivi. Le attese delle imprese sull’occupazione sono in calo sia nella manifattura sia nei servizi di mercato.
L’inflazione, a settembre, ha continuato ad accelerare, mostrando ulteriori segnali di diffusione del fenomeno. Il differenziale per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo tra l’Italia e l’area euro ancora negativo si è ampliato rispetto al mese precedente.
Una simulazione realizzata utilizzando i microdati relativi al sistema produttivo italiano del 2019 mostra che l’aumento dei costi dell’energia potrebbe, con effetti differenziati nei settori, rendere negativi i margini operativi dell’8,2% delle imprese attive che impiega circa il 20% degli addetti.
Nel 2021 poco più di un quarto della popolazione è a rischio di povertà (25,4%), quota sostanzialmente stabile rispetto al 2020 (25,3%) e al 2019 (25,6%). Aumenta il rischio di esclusione sociale.
Il reddito netto medio delle famiglie è di 32.812 euro annui nel 2020. Gli interventi di sostegno (reddito di cittadinanza e altre misure straordinarie) ne hanno limitato il calo (-0,9% in termini nominali, -0,8% in termini reali).