La fontana di piazza Tacito è un fulcro della città di Terni, connotandone la storia e lo sviluppo urbanistico, economico e sociale. Nel volume “La fontana di piazza Tacito, simbolo del ‘900” Danilo Sergio Pirro ricostruisce questa storia, il legame con la città e le vicissitudini del progetto di Cagli e del suo inserimento nel tessuto cittadino.
Esempio di architettura razionalista, la fontana si ammanta di elementi magici e primordiali attraverso i mosaici di Corrado Cagli, laddove si richiama ai valori di movimento letterario-artistico di Massimo Bontempelli, nei quali sono raffigurati i segni zodiacali. Pirro ricostruisce il percorso che ha portato alla realizzazione della fontana “dinamica” per una città che incarna la modernità e la dinamicità, una città industriale imperniata sul ciclo produttivo dell’acciaio della forza delle acque.
La fontana viene di fatto distrutta nel corso di uno dei bombardamenti che colpì la città di Terni durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1951 Cagli è chiamato a replicare la decorazione dello zodiaco, ma non più nel linguaggio primordiale-magico del 1936, bensì seguendo uno stile quattrocentesco tipico della scuola umbra e Toscana. Il 24 giugno del 1961 la fontana è terminata. Il recente intervento di restauro apre un altro capitolo nella storia della fontana di piazza Tacito.