Lo scorso 21 luglio, per la prima volta dopo 11 anni, la BCE, vista poderosa spinta dell’inflazione, è stata costretta ad aumentare i tassi di interesse. Ma non è tutto. Secondo gli esperti, (fonte: Mutuionline.it) entro la fine del 2022, le cose potrebbero addirittura peggiorare con ulteriori aumenti.
I numeri parlano chiaro, con l’attuale situazione, a partire dal prossimo mese di settembre, la rata del mutuo aumenterà di circa l’11%. In questo contesto di incertezza si ritorna a parlare di differenze tra mutui a tasso variabile e a tasso fisso.
Sempre secondo Mutuionline.it, i mutui a tasso variabile, dopo essere stati sostanzialmente stabili per tre anni, hanno subìto un primo leggero rialzo – seppur contenuto – a partire dallo scorso mese di maggio, con il tasso medio che è cresciuto dallo 0,94% all’1,08%. Tuttavia, per chi comunque preferisce il tasso variabile, sarebbe preferibile optare per un mutuo con “cap”, ovvero un tetto massimo che consente di tutelarsi da ulteriori rialzi.
In una dichiarazione rilasciata a “Mia Economia”, Nicoletta Papucci, Direttore Marketing di Mutuionline.it, sostiene che “il tasso variabile già a ottobre costerà il 10-15% in più rispetto a giugno, con impatto diretto sulle rate di tutti gli italiani che hanno un mutuo in essere di questo tipo”. I futures sull’Euribor, il tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile, prevedono che si potrebbe raggiungere il 2% entro la fine dell’anno.
Diversa, invece, è la situazione per i mutui a tasso fisso, dove gli aumenti registrati negli ultimi tempi sono davvero significativi e sono stati spinti soprattutto dall’incremento dell’inflazione. I tassi sono passati da una media dell’1,20% del 2021 a una media del 2,24% del mese di maggio.
Nonostante gli aumenti, però, i mutui a tasso variabile tornano a essere – almeno in questa fase – più convenienti dei fissi, anche se è stata registrata una diminuzione significativa del costo dei mutui a tasso fisso a partire da metà giugno. In ogni caso accendere un mutuo per comprare casa, risulta ancora conveniente rispetto ai valori del 2010.