Convinto di essere un necessario crocevia, prova a giocarsi tutte le carte. Anche quelle più impervie
Lo scrutatore non votante*
L’estate è finita ed è tempo di tornare al lavoro. Questa è stata la settimana dei rientri, delle partenze intelligenti, delle code in autostrada e delle soste in Autogrill… E proprio da un Autogrill Silvio Berlusconi ha deciso di iniziare la propria campagna elettorale per le prossime politiche.
Le foto di un Berlusconi in piena forma, come non lo si vedeva dai tempi del jogging in tuta bianca alle Bermuda, sono state pubblicate sul settimanale Chi, lo stesso sempre utilizzato quando il gioco si fa serio. Un noto esperto di comunicazione commentando confidenzialmente quelle foto ha detto: “In fondo Silvio è come l’Autogrill: è sempre sulla tua strada, prima o poi ti devi fermare e quando entri trovi sempre l’imprescindibile che ti mancava”. Una perfetta e sintetica lettura di quello che accadrà da qui ai prossimi mesi in vista delle elezioni politiche che si avvicinano in un clima di panico sempre più incalzante. L’unico sereno è proprio Silvio Berlusconi consapevole di essere il crocevia dal quale devono passare tutti per un motivo o per un altro.
Questa estate intanto le manovre relative alle alleanze in terra siciliana ci hanno consegnato un quadro più chiaro in vista delle prossime elezioni politiche. Il centrodestra riunitosi e dato per favorito nella corsa a Palazzo dei Normanni, sede della Regione Sicilia, potrebbe trarre slancio e linfa da una vittoria proiettandola sul piano nazionale. Alla fine le posizioni che sembravano distanti hanno trovato una mediazione con un Berlusconi meno europeista e Meloni e Salvini che hanno smussato i toni eccessivamente populisti. D’altro canto è chiaro a tutti che l’argomento forte su cui sarà incentrata la prossima campagna elettorale nazionale sarà quello della sicurezza e dell’immigrazione con un centrosinistra che si ritrova paradossalmente a rincorrere la destra su questi temi.
Angelino Alfano avendo trovato la porta chiusa a destra, si è rivolto a sinistra dove è stato accettato sebbene con riserva. Una scelta obbligata che ha provocato un’emorragia in Sicilia, dove il partito si è svuotato. Ciò ovviamente potrebbe accelerare le decisioni della componente settentrionale di Alternativa Popolare guidata da Maurizio Lupi del quale si registra uno strano silenzio. Sarà la quiete prima della tempesta?
Pierferdinando Casini ha invece messo definitivamente ordine con un’intervista al Messaggero del 30 agosto in cui dichiara apertamente il suo posizionamento con Matteo Renzi. Il ragionamento di Casini, che potrebbe rinunciare ad un posto in lista, è quello di fare eleggere i suoi fedelissimi col centrosinistra, immaginando subito dopo un nuovo governo di larghe intese tra Renzi e Berlusconi e lui a mediare.
Ma sarà veramente questo lo scenario? E se sull’onda delle elezioni siciliane il centrodestra, guidato da un redivivo Berlusconi che, fate attenzione, è ineleggibile ma non incandidabile, avesse un exploit che gli consentisse di governare anche grazie a nuovi responsabili 4.0? E se il primo atto di questa maggioranza fosse modificare la Legge Severino?
*Con questo nome scrive un noto personaggio politico che preferisce mantenere l’anonimato