L’ultimo rapporto dell’Istituto per la previdenza certifica la crescita dei contratti a tempo indeterminato, di apprendistato, stagionali e intermittenti. In diminuzione invece i contratti a tempo determinato e quelli in somministrazione. Differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi a +316 mila. Il Movimento 5 Stelle esalta gli effetti del Decreto Dignità
È un’Italia meno precaria quella raccontata dall’Osservatorio dell’Inps nel suo ultimo rapporto.
5.527.000 le assunzioni nel settore privato, avvenute nei primi nove mesi del 2019. Tra queste, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è registrata la crescita dei contratti a tempo indeterminato, di apprendistato, stagionali e intermittenti.
In diminuzione invece i contratti a tempo determinato e quelli in somministrazione.
Nel medesimo periodo (gennaio-settembre del 2019), rispetto al corrispondente del 2018, vi è stato un netto incremento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, passate da 359.000 a 537.000 (+178.000, +49,4%).
Crescono anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo (+11.000, +23,2%).
“Grazie al Decreto Dignità la nostra lotta al precariato continua a dare risultati positivi: cresce l’occupazione e in particolare i contratti stabili”, ha commentato il M5S sul proprio profilo facebook.
Ovviamente, proseguono i pentastellati, “c’è ancora tanta strada da fare ma dobbiamo continuare a garantire diritti ai lavoratori, perché oltre a migliorare i numeri, vogliamo migliorare la vita delle persone e dargli la possibilità di progettare il loro futuro.”
Continuando a scorrere il rapporto Inps, si vede inoltre che nei primi nove mesi del 2019 sono risultate in calo anche le cessazioni, a quota 4.950.000. La riduzione ha riguardato le cessazioni di contratti in somministrazione e di rapporti a termine. In crescita invece le cessazioni di rapporti con contratto intermittente, stagionale, di apprendistato e a tempo indeterminato.
Interessante il dato sull’andamento delle assunzioni per “dimensione aziendale” dal quale risulta che le imprese con oltre 15 dipendenti hanno avuto in tutti e tre i trimestri dell’anno in corso una contrazione delle assunzioni, mentre quelle fino a 15 dipendenti risultano sostanzialmente stabili nel primo e secondo trimestre e in calo nel terzo.
Rispetto ai motivi di cessazione emerge una contrazione sia dei licenziamenti per motivi economici che delle conclusioni per fine termine, mentre sono in crescita le dimissioni.
Alla fine dei conti, la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi (il cosiddetto saldo annualizzato) è positiva: a +316mila.
Nel dettaglio, il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è passato da +33mila a +378mila, quello dei rapporti a tempo determinato è passato da +178mila a -194mila.
E tutto questo accade in un contesto economico nazionale sostanzialmente statico……