Recessione tecnica per il IV trimestre 2018 per l’Istat. Pil negativo (-0,2) nel 2019 secondo l’Ocse. Commissione UE, Bankitalia e Fmi più ottimiste: Pil positivo tra lo 0,2 e lo 0,9%. L’occupazione si mantiene su livelli dei mesi precedenti con un aumento significativo dei dipendenti permanenti e l’inflazione cresce. Peggiora la fiducia di imprese e famiglie. Quadro internazionale con “Persistenti segnali di debolezza” e “di rallentamento”
Giorni caldi per l’economia italiana. Istat e Ocse hanno infatti presentato nei giorni scorsi una serie di dati sull’andamento dei conti pubblici e dell’economia in generale che hanno poco di positivo.
Infatti, pur rivedendo al rialzo la stima precedente, l’Istat ha confermato la recessione tecnica per il quarto trimestre 2018: il Pil è calato dello 0,1% su base congiunturale rispetto alle previsioni di -0,2%. In termini tendenziali la variazione del Prodotto interno lordo è invece nulla, e in questo caso la correzione ha diminuito la stima precedente che dava il Pil in crescita dello 0,1%.
Guardando poi all’indicatore anticipatore calcolato dall’Istat, si dice nella nota che esso «ha registrato un’ulteriore diminuzione, confermando le difficoltà dell’attuale fase ciclica dell’economia italiana».
E a chiudere il cerchio ci ha pensato l’Ocse: secondo l’Interim Economic Outlook presentato a Parigi nei giorni scorsi, il Pil dell’Italia sarà di segno negativo, -0,2, nel 2019, per risalire allo 0,5 nel 2020, rispettivamente -1,1 punti e -0,4 punti rispetto alle previsioni del precedente Outlook di novembre.
Nelle proiezioni dello scorso novembre, l’Ocse prevedeva infatti un incremento del Pil italiano dello 0,9% in entrambi gli anni e la revisione al ribasso sul 2019 è la più ampia tra i paesi del G20 solo dopo quella a carico della Turchia. L’Italia è, inoltre, l’unico tra i maggiori Paesi industrializzati a registrare una flessione del Pil nel 2019. L’ultima volta che il Pil italiano ha chiuso l’anno in negativo è stato nel 2013. Le stime dell’Organizzazione sono però le più severe tra quelle diffuse dalle principali istituzioni come la Commissione Ue che per quest’anno prevede uno +0,2% seguito da uno +0,8% per il prossimo, Bankitalia e Fmi puntano a +0,6% e +0,9%.
Qualche buona notizia arriva dal fronte dell’occupazione, che “si mantiene su livelli dei mesi precedenti con un aumento significativo dei dipendenti permanenti”, e dell’inflazione che “torna ad aumentare” anche se “il quadro complessivo indica un posizionamento su valori storicamente bassi”.
Peggiora invece la fiducia di famiglie e imprese. Per queste ultime «il calo ha riguardato tutti i settori con l’eccezione del commercio al dettaglio. Le imprese manifatturiere hanno evidenziato un arretramento dei giudizi sugli ordini e delle attese di produzione, il cui saldo rimane comunque positivo».
“Persistenti segnali di debolezza” e “di rallentamento” arrivano anche dal quadro economico internazionale.