Toni soft ma timori per i dazi Usa. Dubbi sui nuovi strumenti finanziari. Prossimo vertice a luglio
Si è chiuso ieri a Buenos Aires (Argentina) il primo incontro ministeriale della presidenza argentina del G20. Alla due giorni del 19-20 marzo tra ministri delle finanze e governatori delle banche centrali, nel 2018 seguiranno altri quattro incontri.
I leader finanziari, tra i quali 22 ministri delle finanze, 17 governatori delle banche centrali e 10 leader di organizzazioni internazionali, si sono riuniti per discutere di questioni chiave per l’economia globale. Tra i temi affrontati, alcune vecchie conoscenze come l’architettura finanziaria internazionale, il sistema fiscale internazionale e il regolamento finanziario ma anche alcuni temi prioritari individuati per l’Agenda 2018 proprio dalla presidenza argentina del G20, come il futuro del lavoro e le infrastrutture per lo sviluppo.
Tuttavia, a far notizia sono da una parte, il focus sul commercio internazionale (leggi dazi) e, dall’altra, le criptovalute.
Non si fa mistero della tensione nelle sessioni di lavoro derivanti dalla questione delle tasse doganali che gli Stati Uniti imporranno a partire dal 23 marzo sulle importazioni di acciaio e alluminio, rispettivamente del 25% e del 10%. I ministri hanno però insistito che per cogliere le opportunità e assicurare che i loro benefici siano percepiti da tutti, servono risposte politiche e cooperazione internazionale .
Nel Comunicato finale del G20, infatti, si dichiara l’impegno dei leader a rafforzare il contributo del commercio internazionale alle economie dei vari Paesi, ribadendo come questo rappresenti uno scenario win-win per tutti i giocatori, poiché, insieme agli investimenti, è un importante motore di crescita, produttività, innovazione, creazione di occupazione e sviluppo. Il tutto è in linea con le dichiarazioni del ministro dell’Economia e delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan, secondo il quale “C’è un comune sentire: non ci sono vincitori in una guerra commerciale”.
Per quanto riguarda le criptovalute poi, sebbene queste abbiano il potenziale giusto per promuovere una maggiore inclusione ed efficienza del sistema finanziario, allo stesso tempo, possono avere anche implicazioni sulla stabilità finanziaria per non parlare dei rischi legati all’evasione fiscale o al finanziamento di attività illecite. Obiettivo del summit era quello di considerare una risposta congiunta che ne attenui i rischi senza dover frenare il processo di innovazione in atto, definendo l’impatto che i cambiamenti tecnologici hanno sullo sviluppo, la crescita, l’occupazione e la disuguaglianza. Per questo si è deciso di attuare gli standard del Financial Action Task Force (FATF) che si applicano alle risorse crittografiche, dichiarando di “attendere la revisione della stessa FATF di tali norme ” e “invitando a portare avanti la loro attuazione a livello globale”.
Infine, nel comunicato, si sottende che nonostante sia oggettivamente in atto una ripresa (4% il livello della crescita globale), non bisogna per questo abbassare la guardia. La vulnerabilità del sistema permane, e potrebbe compromettere sia la sostenibilità e sia l’inclusività della crescita a cui si è deciso di puntare.
I leader finanziari si incontreranno di nuovo a luglio per discutere ulteriori azioni da intraprendere.