Il 3 febbraio, in vista della Giornata mondiale contro il cancro (World Cancer Day), la Commissione europea ha presentato l’“Europe’s Beating Cancer Plan in the EU”, un maxi programma che si pone l’obiettivo di ridurre drasticamente il numero di tumori nel vecchio continente. Secondo Bruxelles, il 40% dei tumori in Europa possono essere prevenuti agendo con interventi mirati su temi quali fumo, alcol, alimentazione, attività fisica, inquinamento clima, contatto con sostanze cancerogene e radioattive. Per raggiungere questo scopo di “prevenzione” è stata proposta l’introduzione di etichette di natura allarmistica sui prodotti alcolici, partendo dall’assunto che qualsiasi consumo di alcol sia dannoso, senza tenere conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza il consumo.
Labparlamento ha incontrato il Sen. Luca De Carlo, responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia, per commentare la proposta della Commissione europea.
Senatore De Carlo cosa ne pensa di questo “Europe’s Beating Cancer Plan in the EU”?
«E’ l’ennesimo atto che conferma una preoccupante tendenza europea tesa a penalizzare i prodotti naturali e a favorire le lobby delle multinazionali. L’agricoltura è un nostro valore nazionale da difendere dai burocrati di questa Europa: è questa burocrazia, questa Unione amica delle lobby, a essere dannosa per la salute, di certo non i nostri prodotti che sanno di natura, di qualità e di storia».
Crede quindi che questo sia un “attacco mirato” al Made in Italy?
«L’Italia vede discriminati i propri prodotti, per i quali i nostri agricoltori e allevatori lavorano duramente ogni giorno da generazioni: evidentemente il loro lavoro non piace ad alcune nazioni europee, visto che veniamo costantemente penalizzati da iniziative come questa, come il semaforo alimentare o, ancora, come il Nutriscore . Tutti gli stati europei tutelano le proprie produzioni. In Italia, invece, quella parte politica vicina agli interessi delle multinazionali accetta passivamente questi attacchi e critica invece chi vuole difendere il lavoro e i prodotti italiani. Per loro, evidentemente, difendere la nostra cultura, la nostra storia, i nostri agricoltori è un fatto gravissimo e da condannare».
Quindi il problema è che l’Italia è “poco incisiva” in Europa?
«Da anni, i governi italiani sono supini a Francia e Germania, non contrastando iniziative come queste. Con un governo di centrodestra, troverebbero pane per i loro denti e non ci sarebbe spazio per una simile guerra ai prodotti italiani. Oggi poi i burocrati europei sguazzano nell’incertezza politica italiana: è questa Unione Europea a nuocere gravemente alla salute, è contro questi provvedimenti insensati che tutti i cittadini di buon senso dovrebbero lottare. E poi, invece che dedicarsi a queste pensate, perché in Europa non lavorano a un miglioramento delle normative attuali, ad esempio quella sulla concorrenza sleale? Il solo “Italian sounding” (l’uso di nomi e immagini sulle confezioni che richiamano l’Italia, ma che di italiano non hanno né gli ingredienti né il luogo di produzione) vale oltre 100 miliardi di euro, ma nulla si muove su questo fronte».
Visto che ha parlato di incertezza italiana, la domanda è d’obbligo. Fratelli d’Italia sosterrà un “Governo Draghi”?
«Giorgia Meloni è stata molto chiara: Fratelli d’Italia non voterà la fiducia al governo Draghi perché siamo contrari alla nascita di questo esecutivo. Questo non vuol dire però che se dovessero arrivare in parlamento provvedimenti condivisibili e soprattutto utili all’Italia e agli italiani non li voteremmo. Possiamo dare una mano, da responsabili quali siamo, anche stando all’opposizione».