Nel decreto rilancio 2020, tra i provvedimenti più attesi c’era senz’altro il noto “superbonus 110”, un’agevolazione che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1 luglio 2020 al 30 giugno 2022, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Un’iniziativa nata con il duplice obiettivi di rilanciare il settore edile e, allo stesso tempo, avviare in maniera massiccia un ammodernamento in funzione ambientale ed ecosostenibile degli edifici italiani.
Un progetto ambizioso che, stando a quanto denunciano gli esperti del settore, al momento stenta a decollare per via della solita burocrazia italiana e non solo. Nel 2020, stando ai numeri raccolti, sono soltanto 1.700 le pratiche portate avanti in totale, con 200 milioni di euro di lavori previsti, ovvero circa lo 0,4% del giro d’affari nel settore edilizia, stimato da Ance in 42 miliardi di euro. E nonostante la “crescita esponenziale straordinaria” rivendicata dal governo – a seguito di un aumento del 376% di interventi ammessi a detrazione negli ultimi due mesi, con il numero di nuovi cantieri passati nello stesso periodo da 537 a 2.960 – “in realtà finora abbiamo visto solo la punta dell’iceberg, dal momento che siamo all’inizio del percorso”. È quanto puntualizza l’ingegnere Fabio Vidotto, tra i massimi esperti in Italia e fondatore del network di professionisti DetrazioniFacili.it, convinto che “siamo purtroppo partiti in ritardo, a causa dei decreti attuativi usciti solo lo scorso ottobre, rispetto alla possibilità di effettuare spese già a luglio”.
“Un’incertezza normativa – rimarca – che ha allungato i tempi per l’avvio delle pratiche, presentate tra l’altro in autunno e in inverno, stagioni in cui i cantieri possono partire solo in maniera limitata. Quindi ci si aspetta assolutamente in questa primavera un enorme rilancio dell’economia nel mondo dell’edilizia, con una crescita esponenziale di cantieri operativi”.
“La rivoluzione che sta portando il Superbonus nell’edilizia merita però una certezza normativa, una certezza di risposte, chiarimenti ufficiali. Basta quindi con le modifiche di legge, per andare incontro a richieste di parte – sottolinea Vidotto -. Quello che ci aspettiamo tutti, che chiediamo a gran voce, è di certo una proroga del Superbonus fino almeno al 2023-2024, per poter accompagnare i clienti, i proprietari delle case, ma anche tutte le imprese e i professionisti che si stanno organizzando in maniera strutturata, a raggiungere l’obiettivo comune di poter riqualificare il Paese in maniera importante”.
“Ci aspettiamo risposte anche dall’Unione europea, noi siamo sicuri che la strada da percorrere sia quella di un’economia green, dell’abbattimento dei consumi per il futuro nostro e delle generazioni che verranno”, conclude.