Possibili risoluzioni condivise. Le scadenze economiche. In audizione potrebbero essere ascoltate anche le parti sociali
di S.C.
L’esame del Documento di economia e finanza inizierà la prossima settimana, primo banco di prova per eventuali “maggioranze di fatto”. L’obiettivo è quello di dare mandato al relatore di riferire in Aula il prossimo giovedì 17 maggio. Nel frattempo oggi partirà il ciclo di audizioni nelle Commissioni speciali riunite di Camera e Senato (Sala del Mappamondo): ad aprire i lavori il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan alle 12.15, a seguire alle 18 la Corte dei Conti e il Cnel. Domani saranno ascoltati i rappresentanti dell’Istat, della Banca d’Italia, il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro e i rappresentanti di Anci e Upi.
Una volta che il provvedimento arriverà in Aula, i gruppi parlamentari potranno presentare le risoluzioni. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari si potrebbe arrivare ad una risoluzione condivisa e circoscritta sulla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Tuttavia, qualora non si dovesse raggiungere un’intesa tra i gruppi, le forze politiche presenteranno risoluzioni separate, senza trovare quindi una maggioranza per l’approvazione delle stesse. Sterilizzare le clausole di salvaguardia costa 12,4 miliardi nel 2019 e circa 19 nel 2020. Il quadro economico-finanziario prospettato nel DEF arrivato nelle Commissioni Speciali di Camera e Senato, non avendo infatti natura programmatica, contempla l’aumento delle imposte indirette nel 2019 e, in minor misura, nel 2020, previsto dalle clausole di salvaguardia in vigore. Come già avvenuto negli anni scorsi, tale aumento potrà essere sostituito da misure alternative con futuri interventi legislativi che potranno essere valutati dal prossimo Governo.
E proprio ieri il Presidente Mattarella durante il suo discorso successivo all’ultimo round di consultazioni per la formazione del Governo ha voluto evidenziare infatti come sia necessario evitare l’aumento dell’Iva che provocherebbe “effetti recessivi. Va considerato anche il rischio ulteriore di esporre la nostra situazione economica a manovre e a offensive della speculazione finanziaria sui mercati internazionali” ha dichiarato Mattarella. Dalle forze politiche in precedenza era comunque emersa la volontà di scongiurare l’aumento dell’Iva. Di Maio ha voluto sottolineare che a suo avviso non è necessario attendere la formazione del Governo, essendo “Il Def in Commissione Speciale”. Anche il segretario reggente del Partito Democratico si è dichiarato favorevole ad evitare l’aumento dell’Iva in autunno.
Qualora il nuovo governo che nelle prossime ore verrà proposto dal Presidente della Repubblica non dovesse ricevere la fiducia, eventuali elezioni a luglio potrebbero consentire di arrivare alla sessione di bilancio autunnale preparati. Il 27 settembre il Ministro dell’Economia dovrà presentare la nota di aggiornamento del Def. Mentre qualora si arrivasse a votare in autunno (il 23 settembre o il 30 settembre sembrano ad oggi le date più probabili) sarebbe complesso gestire la scadenza del 15 ottobre di presentazione del Documento programmatico di Bilancio e del 20 ottobre per il relativo disegno di legge. Oltre all’Iva infatti, il Governo potrebbe dover emanare su richiesta dell’Ue una manovrina di un’entità minima di 5 miliardi. Il tutto andrà comunque approvato entro il 31 dicembre, altrimenti scatterebbe l’esercizio provvisorio e l’automatico aumento dell’Iva.
Da registrare infine, che martedì prossimo potrebbero essere audite anche le parti sociali, oltre a Confindustria, Confedilizia, Rete Imprese Italia, associazioni degli artigiani e regioni. La proposta avanzata dalla deputata di Forza Italia Renata Polverini dovrebbe essere accolta dagli uffici di presidenza delle Commissioni speciali di Camera e Senato.