Gentiloni, nei giorni scorsi, ha firmato il testo, ora alla Corte dei Conti. Rientrano le infrastrutture energetiche, possibili correzioni al testo entro 2 anni dall’entrata in vigore
A distanza di circa un mese dal parere favorevole della Commissione Ambiente della Camera, è ormai arrivata al traguardo la corsa del DPCM sull’introduzione della procedura di dibattito pubblico per le grandi opere. A quanto si apprende, difatti, il premier Paolo Gentiloni ha firmato nei giorni scorsi il testo del Decreto, poi inviato alla Corte dei Conti in attesa della definitiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
In base alle indiscrezioni circolate nelle ultime ore, nella versione finale del provvedimento attuativo del Codice degli appalti sono state accolte le due condizioni sollevate a febbraio da Montecitorio: da un lato le infrastrutture energetiche figurano nuovamente nell’elenco degli interventi soggetti alla consultazione di territori e stakeholder, e dall’altro la Commissione nazionale per il dibattito pubblico (da istituire presso il Ministero delle Infrastrutture) entro due anni dall’entrata in vigore del DPCM potrà proporre al Mit integrazioni o correzioni all’atto.
Per quanto riguarda invece i rilevi mossi dal Consiglio di Stato, il Governo ha deciso di non rivedere le soglie economiche e dimensionali per il ricorso al dibattito pubblico (ritenute troppo elevate dai giudici amministrativi), agendo tuttavia sui meccanismi di attivazione della procedura da parte di Istituzioni o cittadini per garantire l’inclusione di opere di entità più ridotta.
Dunque, a giorni si chiuderà definitivamente una partita insidiosa per il Governo, che dopo mesi di rinvii aveva deciso di accelerare in piena campagna elettorale su un tema senza dubbio delicato per le comunità locali. In ogni caso, quello del débat public non sarà l’ultimo dossier ‘sensibile’ su cui interverrà l’Esecutivo uscente, dal momento che a breve è atteso anche il varo della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitare il deposito dei rifiuti nucleari.