Come ricorda il vecchio adagio “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Adagio che si adatta perfettamente all’atteggiamento sin qui tenuto dal Governo Draghi e in particolare dalla titolare della Giustizia Marta Cartabia. La scorsa settimana, infatti, l’Italia – non da sola, occorre riconoscerlo – è finita nel mirino della Commissione Europea la quale aprirà una procedura d’infrazione per il mancato recepimento della Direttiva sul Whistleblowing.
Un vero peccato perché a un mese dalla scadenza – prevista per il 17 dicembre scorso – The Good Lobby e Transparency International avevano lanciato l’allarme invitando l’Esecutivo a porre rimedio. “Niente. Zero. Silenzio. Il solito assordante silenzio cui ci ha abituato questo Governo che si guarda bene dal dare una risposta alla società civile, a quelle centinaia di migliaia di cittadini rappresentati da The Good Lobby e Transparency International”.
“Ancora una volta denunciamo con forza come non vi sia mai stato un coinvolgimento di stakeholder esterni, tramite consultazioni, audizioni o tavoli di lavoro, lasciando che l’elaborazione del disegno di legge di trasposizione facesse il suo iter fin qui nella più totale oscurità. Il tutto in assoluto contrasto con le indicazioni, in termini di trasparenza, indicate dal Presidente Draghi sin dal suo discorso per la fiducia alla Camera e al Senato”.
“E oggi si è scoperto che nulla è stato fatto. Non male per un Governo che si trova ad affrontare la più importante fetta del PNRR e che la trasparenza è più capace a predicarla che applicarla. E’ singolare che questa Direttiva non sia stata trasposta; essa è relativamente semplice da trasporre, perché la legge italiana di riferimento è già abbastanza buona e più avanzata sotto diversi aspetti”.
“Come evidenziavamo due mesi fa la tutela dei segnalanti civici è un tassello fondamentale per evitare che le risorse europee del Recovery Fund finiscano in mano al malaffare” – spiega Federico Anghelé, direttore dell’ufficio italiano di The Good Lobby. “Questa legge è essenziale per garantire maggiori tutele contro le ritorsioni perché permetterà di scegliere fra diversi canali di segnalazione, anche al di fuori della propria azienda o amministrazione. Un aspetto fondamentale che, in futuro, potrebbe prevenire il ripetersi di tragedie come quelle della funivia del Mottarone”.
“Sappiamo infatti che un ex dipendente aveva segnalato internamente il guasto dell’impianto e aveva subito minacce di licenziamento. Se solo la Direttiva europea fosse stata in vigore, avrebbe potuto segnalare anonimamente la mancanza di sicurezza della funivia tramite un canale esterno e si sarebbe potuta evitare una tragedia in cui hanno perso la vita 14 persone. Spiace notare che il Governo italiano, oggi preso a modello da altri paesi e dalla stampa internazionale, risulti totalmente disinteressato all’argomento a differenza di Francia, Spagna e Portogallo”.
*Comunicato Stampa