Dalla verifica della rappresentatività sindacale alla titolarità del diritto di sciopero, dalle astensioni dei lavoratori autonomi al possibile riconoscimento di analoghe forme di autotutela per il datore di lavoro, dal tema dello sciopero per fini diversi da quelli economico-contrattuali (il cosiddetto sciopero politico) alla necessità di garantire le soglie minime dei servizi pubblici essenziali. Temi di grande rilievo, che caratterizzano gli studi sul conflitto collettivo, già affrontati nel dibattito sul diritto di sciopero che animò i lavori dell’Assemblea Costituente e che oggi, circa 75 anni dopo, vengono rilanciati in un volume, “L’Assemblea Costituente e il diritto di sciopero – Attualità di uno storico dibattito”, a cura di Giovanni Pino, Capo di Gabinetto della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e Professore di Diritto del lavoro, pubblicato con il contributo della Commissione di garanzia sugli scioperi (G. Giappichelli Editore).
Un’opera che, oltre a riproporre la rilettura di una delle pagine più interessanti della storia della nostra Costituzione, vuole essere una sorta di invito, per gli studiosi di relazioni industriali e, in particolare, del diritto di sciopero, a porre alla base della loro ricerca il confronto con il fiorente dibattito che, sul riconoscimento di tale diritto si svolse in quegli anni. Dibattito che si pubblica quasi integralmente e che viene introdotto da alcuni saggi di autorevoli studiosi che lo rileggono nella sua attualità: tra loro, Gian Primo Cella, Cesare Pinelli, Alessandro Bellavista, Lorenzo Gaeta, Paolo Pascucci, Orsola Razzolini e Paolo Passanti.
“L’originalità del libro vuole essere quella di riproporre la sorprendente attualità di uno dei dibattiti più affascinanti della storia della nostra Costituzione. Con grande avvenirismo, in quel dibattito, i nostri Padri costituenti (personaggi di grande spessore intellettuale, politico e morale) – spiega Giovanni Pino – affrontarono tutte le problematiche che avrebbero, nel futuro, caratterizzato gli studi sul conflitto collettivo. Basti pensare al tema degli scioperi nei servizi pubblici essenziali, oggi regolati dalla Legge 146 del 1990, con riferimento ai quali venne ampiamente affrontata in quella sede, l’esigenza di garantire soglie minime di servizi per i cittadini. Ma anche il problema della rappresentatività sindacale, delle astensioni dei lavoratori autonomi, di azioni analoghe per i datori di lavoro, furono oggetto del confronto”.