Difendere l’accessibilità digitale non solo come motore di inclusione, ma come diritto umano inalienabile. Agevolare la realizzazione di un mondo fisico e digitale accessibile, sostenuto da un contesto normativo chiaro e coerente, per evitare che ogni giorno si alimentino nuove forme di discriminazione. Infatti, nonostante l’accessibilità digitale sia legalmente obbligatoria, il panorama attuale risulta ancora insoddisfacente e contraddittorio. Ecco perché si deve puntare al pieno recepimento dello “European Accessibility Act”, che promuove accessibilità totale per tutti i prodotti e servizi. È questa la “mission” del “Manifesto per la piena accessibilità digitale”, idea lanciata dal presidente di FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) Vincenzo Falabella, rivolto a “leader politici, pilastri dell’industria e cittadini d’Italia”, in occasione del workshop organizzato da AccessiWay dal titolo “2025 Accessibilità e cittadinanza. Il digitale nelle organizzazioni; ecosistemi e processi inclusivi. L’occasione giusta per chiamare a raccolta gli esperti del settore e tracciare un bilancio realistico, guardando ad un percorso comune che possa finalmente fornire le adeguate risposte alle esigenze avvertite, nel mondo, da oltre il 15% della popolazione.
I numeri in Italia. L’accessibilità digitale è un diritto essenziale spesso negato ad oltre un miliardo di persone, nel mondo, con disabilità e bisogni specifici. Appena il 3% circa del web è realmente accessibile, mentre circa il 90% dei siti internet non sono adeguati alle tecnologie assistive. Sono alcuni numeri che fotografano un disagio, prima di tutto la negazione di un diritto, che in Italia danneggia oltre 13 milioni di cittadini ai quali quotidianamente viene impedito di accedere al mondo digitale. Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese ci sono 2 milioni di persone con disabilità visiva, oltre 3 milioni di persone con limitazioni funzionali importanti, 2,5 milioni di persone con daltonismo, 500mila persone con epilessia, 3 milioni di persone con Dsa, mentre fra gli adolescenti circa il 7% ha una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività). In Italia, secondo uno studio condotto da AccessiWay, sono pochissimi i siti, le applicazioni mobili e i documenti digitali in grado di rispondere al 100% ai requisiti richiesti per l’accesso completo delle persone con disabilità.
Gli interventi. A sottolineare l’importante dell’accessibilità digitale è stato il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, nel videomessaggio di saluto inviato in occasione del workshop: “Si tratta di un tema attuale, importantissimo, soprattutto per le tante persone con disabilità che entrano nei percorsi di formazione, nel mondo del lavoro, ma anche nel tempo ricreativo della vita quotidiana. È un tema che dovrà trovare molto spazio per il futuro anche per quanto riguarda il progetto di vita, perché per tenere insieme alcune dimensioni, per dare la possibilità a tutti anche di potersi muovere, spostare, comunicare, è importantissimo che cerchiamo sempre di avanzare in questo settore, oggi più che mai”.
Per Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), “promuovere l’accessibilità digitale significa anche creare l’inclusione massima possibile. Agid sta spingendo per far capire a tutti gli attori coinvolti che migliorare i propri servizi digitali significa raggiungere obiettivi di civiltà, centrare gli impegni dell’Agenda europea 2030, ma anche aumentare il proprio business. Per questo occorre certamente lavorare sui meccanismi sanzionatori e di accertamento ma bisogna battere sul canale culturale per avviare una vera e propria svolta in questo settore”.
A presentare il manifesto è stato Edoardo Arnello, Ceo AccessiWay: “Avere la voce di un’importante Agenzia governativa come Agid, nonché delle maggiori Istituzioni ed Associazioni del settore, non può che aver fatto bene a tutto il panorama del digitale. Quello che abbiamo lanciato oggi è un passaggio importantissimo per tutta la comunità delle persone con disabilità: il «manifesto sulla piena accessibilità digitale» è un documento che mettiamo a disposizione di tutti, pubblico e privato, per far comprendere quanto sia importante garantire la piena fruibilità degli strumenti digitali. Non ci può essere qualcuno, nei prossimi anni, cui sarà negato il diritto alla piena partecipazione della vita quotidiana”.
Apprezzamento al manifesto di AccessiWay è arrivato da Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap): “In questi anni abbiamo lavorato affinché le persone con disabilità fossero considerate non più come persone malate e l’accessibilità digitale è un elemento fondamentale per superare alcuni elementi di stigma che sono ancora presenti nella nostra società. Serve mettere a fattor comune tutte le competenze digitali per raggiungere il massimo livello di accessibilità. Occorre lavorare molto specie in alcune aree del Paese che non hanno ancora una copertura adeguata”.
Un appello raccolto dalle Istituzioni, come testimoniato dall’intervento dell’onorevole Luciano Ciocchetti, vice presidente della commissione Affari Sociali della Camera, che ha lanciato la proposta di creare un intergruppo parlamentare per l’accessibilità digitale: “AccessiWay potrebbe svolgere un ruolo di coordinamento e supporto tecnico scientifico e il lavoro dell’intergruppo potrebbe svolgere un compito di spinta per le istituzioni a tutti i livelli per far in modo che le scadenze europee che abbiamo come Paese possano essere portate avanti e rispettate per colmare il gap nel più breve tempo possibile”.