di Andrea Spuntarelli
Il Senato ha dato il via libera definitivo, con un voto di fiducia tenutosi nella tarda serata del 7 agosto 2014, alla conversione in Legge del Dl Competitività. Con 155 voti favorevoli, 27 contrari e nessun astenuto, l’Aula di Palazzo Madama ha di fatto evitato in extremis (in seguito alle modifiche apportate in seconda lettura dalla Camera dei Deputati) la decadenza del Decreto, che sarebbe sopraggiunta il prossimo 24 agosto.
L’atto, di cui ora si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si compone di 34 articoli, all’interno dei quali vengono introdotte misure tra loro eterogenee: nel testo si spazia infatti dall’introduzione della doppia soglia Opa al 25% (da affiancarsi all’abituale limite del 30%) per le società quotate che non siano Pmi alla previsione di un prestito ponte per l’Ilva di Taranto, dall’allungamento (dal 31 agosto al 31 ottobre 2014) del termine entro il quale le imprese potranno presentare l’istanza di certificazione per crediti nei confronti della Pa al taglio del 10% della bolletta energetica delle Pmi attraverso una revisione degli incentivi statali alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Proprio quest’ultimo argomento ha suscitato non poche discussioni in Parlamento, dal momento che l’art. 26 del Dl Competitività introduce il cosiddetto “spalma incentivi”, in base al quale gli operatori del fotovoltaico che avrebbero dovuto ricevere sostegni per 20 anni saranno tenuti a scegliere tra estendere a 24 anni il periodo di incentivazione, o mantenerlo a 20 anni accettando riduzioni in base alla potenza dei loro impianti.
Un’ulteriore disposizione da segnalare è rappresentata dal credito d’imposta del 15% per le aziende che investiranno in beni strumentali.