di V.Sor
Entrato in vigore il 23 marzo, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Sostegni è la risposta dal Governo all’incessante pandemia e ai suoi contraccolpi sull’economia del Paese. Un decreto- legge, destinato a cambiare in Parlamento in sede di conversione, ma che giàad una prima lettura, sembra cambiare passo rispetto ai decreti dei mesi scorsi. Gli interventi, ha detto il Premier in conferenza stampa, sono calibrati sulla tempestività e sull’intensità di protezione di ogni categoria colpita dalla crisi, una buona premessa questa, per un provvedimento che porta con sé uno stanziamento di 32 miliardi.
A giudicare dalle cifre, si nota l’impegno nella sfida alla crisi economica e sociale: 32 miliardi, una cifra più corposa rispetto ai 18 miliardi complessivi dei decreti Ristori e dei 25del Cura Italia. Ma non basta; l’esperienza insegna che si dovrà valutare l’efficacia delle misure sulle categorie produttive e si dovrà evitare di sprecare soldi in rivoli inutili. Tutti dovranno sentirsi più sorretti dallo Stato rispetto al passato, lavoratori dipendenti e autonomi, partite IVA, agricoli, lavoratori del turismo o dello spettacolo, addetti del settore culturale e dello sport. Per ora sappiamo che gli interventi, contenuti in 5 titoli e 41 articoli, non mancano per nessuno e si concentrano su 5 ambiti principali: sostegno alle imprese e al terzo settore; lavoro e contrasto alla povertà; salute e sicurezza; sostegno agli enti territoriali e interventi settoriali.
Ci sono i contributi a fondo perduto agli operatori economici con Partita IVA residenti in Italia. Dal 30 marzo al 28 maggio, le aziende e i titolari di partita IVA potranno inviare le richieste all’Agenzia delle entrate e se in possesso di alcuni requisiti (ricavi non superiori a 10 milioni di euro nel 2019 e calo del fatturato mensile medio del 30%), riceveranno il contributo direttamente sul conto corrente o sotto forma di credito d’imposta in compensazione.
Ci sono le misure a sostegno dei comuni montani con una dotazione complessiva di 700 milioni di euro e l’aumento del fondo lavoratori autonomi e professionisti.
Sul fronte riscossioni, sono sospese fino al 30 aprile le notifiche di nuovi atti ei versamenti. C’è la proroga per le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio relative agli anni 2020 – 2021.Una forma velata di condono fiscale prevede poi, che i debiti non superiori ai 5mila eurodi persone fisiche o società con reddito fino a 30mila euro nel 2019 vengono azzerati.
Misure per il lavoro
Sul fronte lavoro, prosegue la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione. Le aziende con lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria non potranno licenziare fino al 30 giugno 2021; i lavoratori che usufruiscono della cassa in deroga non potranno essere licenziati fino al31 ottobre 2021. Gli stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport, i lavoratori dipendenti o in somministrazione del turismo e degli stabilimenti termali o di settori diversi, i lavoratori intermittenti o autonomi privi di partita IVA, gli incaricati alle vendite a domicilio riceveranno un’indennità onnicomprensiva di 2.400 euro. Il decreto non dimentica gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, che riceveranno contributi per 350 milioni di euro complessivi, i collaboratori del Comitato Olimpico Nazionale (CONI), del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva.
Misure di contrasto alla povertà
Il decreto rifinanzia, nella misura di 1 miliardo di euro, il fondo per il Reddito di cittadinanza e di 1,5 miliardi quello del Reddito di emergenza, con 3 nuove mensilità. In un momento di crisi economica come quello attuale, il reddito di cittadinanza ha rappresentato, per molti, un paracadute per le famiglie indigenti, alle prese con le difficoltà di arrivare alla fine del mese.Sembra quasi diventato una misura di cui il Paese non riesce più a fare a meno ma, in realtà, ha presentato non poche distorsioni. Per trasformarlo in un vero strumento di lotta alla povertà ed incentivo all’occupazione, si è insediato un Comitato tecnico di esperti presso il Ministero del Lavoro, con il compito di fare proposte e ridisegnare i requisiti di accesso, come l’Isee e gli anni di residenza. Questo con l’auspicio che riparta il mercato del lavoro e l’economia del paese torni a correre con le proprie gambe.