Gli elettori saranno 9.261.142 in 1.021 Comuni, tra cui 25 capoluoghi di provincia. Tra tripolarismo e divisioni interne (anche M5S), esiti spesso incerti specie per il ballottaggio
di Omar Ariu
Alla vigilia delle elezioni Amministrative di domenica prossima, 11 giugno, le città che saranno chiamate al voto presentano degli scenari interessanti da analizzare, anche a fronte di alcuni sondaggi recentemente commissionati.
In un articolo precedente avevamo anticipato l’importanza ma anche la peculiarità della prossima tornata elettorale, soprattutto per la valenza di alcuni contesti locali in cui si andranno a definire anche possibili nuovi scenari nazionali in vista della ormai imminente campagna elettorale.
Uno dei contesti più emblematici è sicuramente Genova. Avevamo visto come il M5S, inizialmente in forte ascesa nel capoluogo ligure, ha affrontato in maniera quantomeno discutibile la scelta del proprio candidato a sindaco mediante lo strumento delle “Comunarie online”, attraverso le quali gli iscritti al movimento hanno sancito la loro scelta. Nonostante Marika Cassimatis fosse riuscita a battere il suo avversario interno Luca Pirondini, quest’ultimo è stato scelto dallo stesso Grillo come candidato ufficiale a causa delle note controversie interne che hanno portato la vincitrice ufficiale ad impugnare addirittura le vie legali. Avevamo anche segnalato una possibile conseguenza rispetto a questa vicenda, ed effettivamente i recenti sondaggi sembrano evidenziare tale trend. Il M5S è dato al 20% circa, mentre la formazione di centrosinistra che, ricordiamolo comprende Pd, Mdp, civici e sinistra ed esprime Gianni Crivello candidato sindaco, registra un 37%. Il centrodestra invece, anch’esso compatto grazie all’unità ritrovata tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, si aggira intorno al 30% con il suo candidato Bucci. Il tutto a evidenziare comunque un tripolarismo che rispecchia di fatto uno scenario nazionale in salsa cittadina.
Ricordiamo che nelle città con più di 15.000 abitanti è previsto il ballottaggio tra i due candidati più votati, se non viene raggiunto il 50%+1 dei voti al primo turno: in questo caso anche su un eventuale ballottaggio Crivello-Bucci il candidato del centrosinistra prevarrebbe sul suo avversario con circa il 55% dei voti (Fonte Quorum).
Anche a Palermo il contesto elettorale è piuttosto intricato, come avevamo anticipato sempre nell’articolo di qualche mese fa. Il sindaco uscente Leoluca Orlando cerca la riconferma sostenuto da una coalizione alquanto eterogenea di centrosinistra. Ha fatto discutere la decisione di costruire un’unica lista dal nome Democratici e Popolari, che di fatto rappresenta l’unione tra il Pd e i Popolari di Alfano, a sostegno dell’attuale sindaco di Palermo. Tuttavia, almeno apparentemente, questa scelta non sembra aver condizionato negativamente l’orientamento degli elettori i quali, secondo una rilevazione Emg tenderebbero a riconfermare Orlando e la sua coalizione con il 38% circa dei consensi. A conferma di una rottura definitiva del bipolarismo italiano anche il caso di Palermo prevede una corsa a tre, con il centrodestra guidato da Fabrizio Ferrandelli attestato al 30% e il M5S di Ugo Forello a inseguire con il suo 20%. Appare fuori dai giochi la lista di Ismaele La Vardera sostenuta dal movimento Noi con Salvini e Fratelli d’Italia.
Essendo una regione a statuto speciale in Sicilia il regolamento elettorale è un po’ differente: infatti verrà proclamato sindaco il candidato che riuscirà, insieme alla sua coalizione, ad ottenere almeno il 40%+1 dei voti. È per questo motivo che Leoluca Orlando appare in vantaggio rispetto ai suoi avversari, ma se non dovesse riuscire a raggiungere tale soglia si passerà ovviamente al ballottaggio, in cui gli scenari potrebbero evolversi in maniera completamente diversa tra possibili indicazioni di voto ed endorsement vari.
Ricordiamo che gli elettori italiani chiamati alle urne saranno 9.261.142 distribuiti in 1021 Comuni italiani, tra cui 25 capoluoghi di provincia (in testa oltre a Palermo, Genova anche L’Aquila e Catanzaro, Verona) e numerosi centri importanti come Padova, Como, Parma, Piacenza, Lecce e Taranto. A L’Aquila ad esempio la candidata Carla Cimoroni, secondo un’analisi condotta da un quotidiano locale, è data vincente con il 34% appoggiata da diverse liste civiche e da Rifondazione Comunista, ostacolata dal centrodestra di Pierluigi Bondi con il 19% e il centrosinistra di Americo Di Benedetto sempre intorno al 19%. Escluso, a sorpresa, dalla competizione elettorale appare il M5S di Fabrizio Righetti dato all’8%. A Catanzaro il sondaggio di Euromedia Research assegna praticamente una vittoria certa al candidato sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Alleanza Popolare Sergio Abramo, con il 52% dei consensi. A seguire Vincenzo Ciconte del Pd, Psi e Udc con il 27% e il M5S di Bianca Laura Granato attestata al 12% circa. Ultimo Nicola Fiorita e la sua lista civica con il 7,5%.
A Padova e Piacenza sembrano profilarsi due rispettivi testa a testa: il primo nella città veneta tra Bitonci del centrodestra e Giordani del centrosinistra entrambi inclusi in un trend che va dal 35% al 40% rispetto alle intenzioni di voto; il secondo nella città emiliana tra Barbieri del centrodestra data al 40% e Rizzi del centrosinistra con il 38%. In entrambi i contesti il M5S non sembra superare il 14% dei consensi.
Difficoltà cinque stelle palesata anche in un altro importante centro, Parma, dove lo “scomunicato” sindaco uscente Pizzarotti viaggia su un considerevole 36% con la sua lista civica, mentre il movimento di Grillo guidato da Ghirarduzzi raccoglierebbe secondo i sondaggi Ixè un insoddisfacente 2,4%. Il Pd di Scarpa e il centrodestra di Cavandoli provano ad ostacolare Pizzarotti rispettivamente con il 20% e il 6,4%.
Non sembra andare molto meglio ai Cinque Stelle veronesi, guidati da Gennari dati tra l’8 e il 12% secondo un sondaggio Swg. Numeri che difficilmente potranno ostacolare i due avversari principali in questa corsa amministrativa, ovvero Sboarina di centrodestra e Salemi di centrosinistra, con un risicato vantaggio del primo sul secondo. Importante, comunque, anche il seguito della tosiana Bisinella data intorno al 20%.
Il tripolarismo si rivede nella città di Como dove il centrosinistra di Traglio si giocherà un testa a testa con il centrodestra di Landriscina, entrambi racchiusi in una forbice compresa tra il 30% e il 36%, con il terzo candidato cinque stelle Aleotti in ripresa con 11-15% secondo il sondaggio Swg.
Infine a Lecce un’ampia coalizione che comprende pressoché tutti i movimenti di centrodestra italiano, da Noi con Salvini ai riformisti guidata da Giliberti sfiderà il Pd e i civici di Salvemini entrambi previsti oltre il 30%, mentre gli altri due competitors, il centrista Delle Noci e i cinque stelle Valente, appaiono attualmente più arretrati rispettivamente con il 13 e l’11%.
Il banco di prova delle urne consegnerà dei dati su cui gli stessi partiti dovranno effettuare delle analisi in vista delle prossime elezioni Politiche. La futura legge elettorale peserà sicuramente sulle successive scelte partitiche, in vista di alleanze ed accordi. I risultati permetteranno a tutti, a partire dal 12 giugno, di avanzare valutazioni più oculate.