Mario Draghi non si ferma mai. Ora è impegnato a giocare la partita delle nomine, con la volontà di piazzare uomini di fiducia ai vertici delle aziende di Stato, come in Ferrovie dello Stato e Cassa Depositi e Prestiti, senza l’ingerenza dei partiti, poiché alcuni di questi enti saranno fondamentali nella gestione dei soldi del Recovery, e il premier non vuole sbagliare nulla. L’amministratore delegato uscente di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, sembra in via di sostituzione. Il nome che ha preso quota in queste ore, come hanno rivelato diversi organi di stampa, è quello di Dario Scannapieco. Alla presidenza, invece, dovrebbe essere confermato Giovanni Giorno Tempini. Alle Ferrovie dello Stato, invece, Fabrizio Favara è il candidato principale dopo Gianfranco Battisti. L’unica partita che il premier sembra non voler giocare è quella per la scelta dei nuovi vertici Rai.
Anche nei confronti dell’Europa Draghi è deciso a fare l’unico giocatore in campo nella gestione del decreto sulla governance del Piano nazionale di ripresa. I partiti che sostengono il governo non hanno ancora avuto modo di vedere il testo, già noto invece a Bruxelles, nonostante le tante riunioni di questi mesi. Sarà il premier a finire al vertice della struttura, coadiuvato da una cabina di regia a Palazzo Chigi e direzione generale al ministero del Tesoro.
Per quanto riguarda le categorie sociali e agli enti locali, stando allo schema predisposto da Draghi, resterà soltanto un tavolo permanente. Il nodo che più preoccupa i partiti è però quello della cabina di regia, che l’ex presidente Bce vorrebbe composta dal premier e da ministri che cambieranno di volta in volta in base ai progetti e ai relativi capitoli di spesa. Insomma un Draghi piglia tutto nell’interesse del Paese, ovviamente.