I punti salienti del testo
Il 13 aprile sono iniziati al Senato i lavori sul disegno di legge delega per il sostegno pubblico all’editoria. Questo, già approvato dalla Camera a marzo, è infatti approdato nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama per l’avvio del relativo iter .
Il primo rilevante contenuto del testo, situato all’articolo 1, consiste nella previsione di istituire un Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Il Fondo, nato per garantire la libertà di informazione, farà confluire al suo interno:
- le voci destinate al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica, anche digitale;
- le risorse del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno;
- i fondi statali destinati a radio-tv locali;
- le eventuali maggiori entrate derivanti nel biennio 2016-2018 dal canone Rai;
- le somme derivanti dal contributo di solidarietà del settore dell’informazione pari allo 0,1% del reddito dei concessionari pubblicitari.
Al Governo è delegata la scelta dei beneficiari del Fondo, tra cui non figurano i giornali di partito e le imprese editrici di quotidiani e periodici che appartengono o sono partecipati da società quotate. Il valore del contributo dipenderà, tra l’altro, dal numero di copie vendute e dagli utenti unici per le testate online.
Sempre in capo all’Esecutivo sarà il riassetto previdenziale della categoria dei giornalisti. Al riguardo, si prevede di allineare l’anzianità di pensionamento con la disciplina generale vigente , vietando al giornalista di continuare la sua collaborazione con la testata una volta ritiratosi dal lavoro.
I tempi della discussione al Senato non escludono una sua approvazione definitiva entro l’estate.
I diversi decreti attuativi dovranno essere emanati entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore del Ddl.
Non ci resta, quindi, che monitorarne l’evoluzione.