Perplessità dai Paesi del Nord Europa e dalla stessa Cdu di Merkel. Bilaterale a Strasburgo con Tajani: tra i temi lo “stallo” italiano
di LabParlamento
“Non possiamo far finta di essere in un tempo normale, c’è un dubbio che attraversa molti dei nostri Paesi europei sull’Europa, una sorta di guerra civile europea sta emergendo: stanno venendo a galla i nostri egoismi nazionali e il fascino illiberale”: parole forti quelle di Emmanuel Macron che ha parlato oggi alla plenaria del Parlamento europeo. Il presidente francese ha illustrato la sua visione della politica europea incentrando il discorso sulla necessità di rifondare l’Unione facendo prevalere gli interessi comuni, anziché i nazionalismi che creano divisioni. Ha poi toccato tutti i temi caldi, dai migranti al futuro dell’Europa, dalla crisi siriana alla Brexit.
Poco prima, si è tenuto un bilaterale con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Secondo quanto si apprende c’è stata “totale sintonia” tra i due. Al centro dell’incontro “molto cordiale” si è parlato del bilancio europeo, di difesa, della Siria, di migrazioni, del piano Marshall per l’Africa ma anche della situazione nei vari paesi europei compresa la situazione politica in Italia con la difficile formazione del nuovo Governo.
Ma torniamo a Macron. In Europa “la risposta è l’autorità della democrazia non la democrazia autoritaria“. Dobbiamo edificare una nuova sovranità europea per dare una risposta chiara agli europei”, ha aggiunto. “Siamo in un momento in cui avvengono grandi trasformazioni. Il modello democratico in Europa è unico nel mondo“, ha detto ancora. “Dobbiamo sbloccare il dibattito tossico, avvelenato, sui migranti”, ma anche “sulla riforma di Dublino e la ridistribuzione”.
A frenare le ambizioni del giovane inquilino dell’Eliseo, criticato anche per aver spaccato l’Unione sull’attacco in Siria, ci sono però i no piovuti dal Nord Europa. Prima la lettera di un gruppo di governi guidati da Olanda e baltici, contrari a qualsiasi riforma della moneta unica. Allo stesso modo la Cdu, il partito di Angela Merkel, ieri si è schierata contro le innovazioni proposte nei mesi scorsi da Parigi. E non aiuta la situazione politica in Spagna e Italia, alleati naturali della Francia sulle riforme per la zona euro ma quasi assenti a causa della situazione di politica interna che stanno vivendo.
Per queste ragioni – alle quali si somma una certa riluttanza sulle riforme da parte di Merkel – sembra ormai un miraggio arrivare al varo delle riforme della zona euro al Consiglio Europeo di giugno, come inizialmente previsto. Giovedì, comunque, Macron sarà a Berlino, dove il presidente francese si intratterrà con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Critiche al progetto di rifondazione dell’Europa lanciato da Macron sono arrivate in Germania dal partito conservatore che fa capo a Merkel, in particolare alla sua idea di un bilancio della zona euro per favorire gli investimenti.
“L’Unione europea non è un club guidato dalla Francia e dalla Germania, ma un’unione a 28“, ha commentato a sua volta il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. L’elezione di Macron ha dato una “nuova speranza all’Europa”, ha aggiunto Juncker, ricordando però al leader dell’Eliseo che “l’Europa è un insieme”.