Facebook abbandona l’idea di realizzare un social interamente dedicato ai bambini. O almeno per il momento.
L’idea, balzata agli onori della cronaca nel maggio scorso, ha provocato diverse proteste e un coro di no. In tanti, infatti, hanno chiesto a gran voce di abbandonare i piani di “Instagram Kids”, una versione baby del social Instagram(sempre di proprietà dell’azienda di Menlo Park) dedicato a tutti i minori di 13 anni.
Come riportato dal New York Post, appena saputa la notizia del lancio del nuovo baby social, molti genitori hanno iniziato a protestare contro Mark Zukerberg e soci, preoccupati per i possibili riflessi che tale nuova piattaforma potrebbe avere sullo sviluppo psicologico dei bambini, ma anche per le possibili insidie di “orchi” iscritti sotto falso nome, pervertiti che trincerandosi dietro falsi account potrebbero insidiare la vita dei propri figli.
Adesso lo stop diventa ufficiale. A metterlo nero su bianco ci ha pensato Adam Mosseri, capo di Instagram: “Crediamo che costruire “Instagram Kids” sia una cosa buona da fare, ma al momento abbiamo deciso di mettere in pausa il lavoro. Useremo questo tempo per lavorare con genitori, esperti e responsabili politici per dimostrare il valore e la necessità di questo prodotto”.
Le tesi sulla bontà dello strumento, da parte di Instagram, sono spiegate punto per punto dallo stesso Mosseri:“Crediamo fermamente che sia meglio per i genitori avere la possibilità di dare ai propri figli l’accesso a una versione di Instagram progettata per loro, in cui i genitori stessi possano supervisionare e controllare la loro esperienza, piuttosto che fare affidamento sulla capacità di un’app di verificare l’età dei bambini”.
I critici di “Instagram Kids” esultano, riconoscendo il passo indietro del popolare social come un riconoscimento delle loro tesi. “Non è così. La realtà è che i bambini sono già online e crediamo che sviluppare esperienze progettate appositamente per loro sia molto meglio per i genitori rispetto a dove siamo oggi” ha continuato il capo di Instagram.“Non siamo l’unica azienda a pensarla così. I nostri colleghi hanno riconosciuto questi problemi e hanno costruito esperienze per i bambini. YouTube e TikTok hanno versioni della loro app per i minori di 13 anni”.
Nelle intenzioni originarie, la versione di Instagram dedicata ai più piccoli non sarebbe stata la medesima degli adulti. La nuova applicazione avrebbe richiesto l’autorizzazione dei genitori per partecipare, non ci sarebbe stata pubblicità e avrebbe avuto contenuti e funzionalità adeguati all’età, con la possibilità per i genitori di controllare il tempo che i loro figli avrebbero trascorso sull’app e verificare, ancora, chi poteva inviare loro messaggi.
In attesa di capire come si evolverà la faccenda i bimbi potranno comunque occupare il loro tempo con la lettura di un libro o una corsa in bicicletta all’aria aperta. Del resto, è tutta questione di equilibrio.