Dopo la denuncia di Labparlamento che aveva sottolineato alcune stridenti anomalie della magistratura onoraria italiana, tra compensi inadeguati e mancanza di tutele e, più in generale, una condizione ibrida dal punto di vista dell’inquadramento con un ruolo a dir poco essenziale nel pianeta giustizia, a muoversi ora è anche l’Europa, pronta a far tremare il governo per via del nodo nevralgico delle riforme a cui è legato il piano di investimenti del Pnrr.
La Commissione UE, infatti, si è accorta di questa anomalia italiana ed ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia prendendo atto di una situazione di grave mancanza di tutele. Chiara l’accusa mossa all’Italia rispetto ai magistrati onorari e giudici di pace che non sono assunti nella P.A., retribuiti a cottimo, in maniera non conforme alle norme UE in materia di lavoro.
Mancanza di tutela in caso di malattia o gravidanza, oneri contributivi come lavoratori autonomi, trattamenti salariali inadeguati, mancata tutela nei contenziosi legali. Ecco che il titolo onorario suona come una beffa, perché si trasforma in un sacrificio mal visto ed addirittura con profili di sfruttamento.
La procedura costituisce, inoltre, un evidente ulteriore ostacolo anche per i piani del Next Generation Eu, perché il capitolo della giustizia è centrale, e sicuramente la situazione dei magistrati onorari italiani, oltre al rischio diretto di sanzioni per la procedura d’infrazione, può essere di ostacolo all’erogazione dei fondi condizionati promessi dall’Unione per fronteggiare il post pandemia.
Urgente e non più differibile una regolamentazione del settore, auspicata anche dalla Corte Costituzionale, anche perché i numeri sono chiari ed il pianeta giustizia non può permettersi di fare a meno dei magistrati onorari ai quali la legge assegna competenza esclusiva in alcuni contenziosi sia in materia civile sia in materia penale.
Proprio quest’ultimo punto deve essere suonato stridente alla Commissione UE, come comprendere un compenso a cottimo per un’attività giurisdizionale, necessaria ed esclusiva. I giudici di pace non sono alternativi a nessun magistrato togato, amministrano la giustizia in via esclusiva, cioè senza di loro in alcune materie semplicemente non è previsto alcun giudice, semplicemente non c’è amministrazione del contenzioso.
Comprensibile che la Commissione UE ci voglia veder chiaro e capire come uno stato dell’Unione ritenga di gestire una discreta percentuale del contenzioso giudiziale con un collaboratore “precario” e privo di un inquadramento nella macchina amministrativa.