Gli effetti della digitalizzazione sulle amministrazioni al centro dell’audizione del Commissario Piacentini. E M5S propone Commissione “ad hoc”
Lo sviluppo dell’e-government nelle amministrazioni centrali, lo stato del «federalismo digitale» nelle Regioni, il punto sulle tecnologie dell’ICT negli enti locali: agenda ricca stamane in Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, il cui compito è quello di formulare osservazioni e pareri al Governo sul lungo processo di riorganizzazione della macchina amministrativa pubblica in senso federato.
Nel corso dell’audizione del Commissario straordinario del Governo per l’attuazione dell’Agenda digitale, Diego Piacentini, i componenti della Commissione hanno potuto approfondire il difficile rapporto tra innovazione tecnologica, amministrazioni locali, cittadini e imprese, alla ricerca della migliore soluzione per lo sviluppo dei territori.
L’analisi delle prime risultanze sulle sperimentazioni, esposte da Piacentini, non lasciano dubbi: la strada intrapresa è quella giusta.
Incoraggiare il digitale disincentivando l’analogico: è questo il mix vincente per il Commissario all’agenda digitale che, nel corso dell’incontro, ha fornito lo stato dell’arte delle principali misure intraprese dall’AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, il cui scopo è quello di creare una P.A. a prova di futuro.
Indiscussi benefici per territori e cittadini arriveranno da un progressivo allargamento di PagoPA, il sistema di pagamenti elettronici realizzato per rendere più semplice, sicuro e trasparente qualsiasi pagamento verso la Pubblica Amministrazione. Le sperimentazioni in atto stanno restituendo ottimi risultati, giungendo talune amministrazioni persino ad applicare sconti sui tributi locali, se questi vengono onorati digitalmente. In più, essendo tutta la rendicontazione degli incassi ormai automatizzata, il personale degli enti impiegato in questa originaria attività potrà essere agevolmente spostato su altri e più redditizi compiti, come ad esempio i controlli sull’evasione.
Entrare nel quotidiano del cittadino, dunque, usando gli strumenti che egli stesso utilizza, innovandoli: è questa la strategia seguita anche per il consolidamento del sistema ANPR, ovvero la digitalizzazione dei sistemi informativi usati dai singoli comuni per la gestione delle anagrafi. La centralizzazione, in un unico cervellone nazionale – a fronte degli 8.000 database oggi esistenti – rappresenta l’elemento di sfida di Piacentini. Troppe operatività vengono svolte ancora manualmente e con sistemi che non dialogano tra loro (si pensi ai 7 mila cambi di residenza che ogni giorno avvengono e coinvolgono più enti). Sono già 1.000 i comuni presenti sulla nuova piattaforma ANPR, arrivando a coprire oltre 7 milioni di abitanti, in attesa dei grandi comuni il prossimo anno: Milano, Napoli e Palermo. I risparmi attesi, a regime, ammonteranno a 3,5 milioni di euro. Permangono elementi di criticità, come le difficoltà logistiche delle software house dislocate sull’intero territorio nazionale, i tempi di distribuzione delle smart card agli operatori dell’anagrafe (assegnate tramite le prefetture) e la mancanza della reale percezione dei benefici da parte dei comuni.
Da non tralasciare, come punto di attenzione, nemmeno le utilità che deriveranno dall’introduzione della Carta identità elettronica: il nostro documento cartaceo è, al momento, quello più contraffatto in Europa, ma tutto questo presto sarà ricordato come un triste record. Notevoli i vantaggi in termine di sicurezza e di maggiore controllo del territorio da parte delle forze ordine con la digitalizzazione della Carta. Ma anche maggiore praticità,come la possibilità di accedere a molti servizi, anche privati (si sta lavorando all’integrazione, nella CIE, dell’abbonamento ai mezzi di trasporti o l’accesso ai tornelli stadio). Ad oggi più di un milione sono state le carte emesse (con una media di 8.000 emissioni quotidiane). Obiettivo ambizioso per il 2018,coprire tutti i comuni, anche in vista del divieto, dal 2019, di non poter più viaggiare all’estero senza documenti elettronici.
Intervenendo nel dibattito, l’on. D’Incà (M5S) ha espresso il proprio auspicio che, nella prossima legislatura, si possa prevedere un’autonoma commissione – magari la XV – che si occupi soltanto di tematiche digitali, stante la strategicità che questi aspetti avranno sempre più nella vita dei cittadini. Per il sen. Gibiino (Forza Italia) la chiave di volta passa per la sensibilizzazione delle singole amministrazioni, e da qui il dubbio se esistano o meno le risorse economiche – quanto mai necessarie – volte ad incentivare i piccoli comuni ad intraprendere questo percorso di innovazione.
Da questi spunti la pronta dichiarazione di disponibilità, da parte di Piacentini e di AgID, a supportare le amministrazioni che lo chiederanno. Già adesso l’Agenzia ha stretto singoli accordi con diverse realtà territoriali per aiutarli ad evolverli digitalmente, essendo loro gli attori principali di questo percorso. Raccogliendo lo spunto di riflessione dell’on. D’Incà circa la necessità di procedere con l’assunzione di personale dirigente capace di favorire la transizione digitale, per Piacentini è un aspetto sicuramente importante, ma lo è ancora di più la necessità che «persone competenti devo essere assunte da persone competenti». La necessità del rigore nelle assunzioni di personale altamente specializzato dovrà seguire, quindi, logiche ferree sulla scia delle competenze, evitando situazioni paradossali. Ne va, del resto, del futuro del Paese.