In riferimento all’ultimo episodio di femminicidio avvenuto a Roma il 13 gennaio scorso, abbiamo chiesto un parere all’avvocato Alessandro Mancori, co-founder dello studio legale MN-Mancori Nobile ed esperto in materia avendo trattato numerosi casi di violenza sulle donne.
La punta dell’iceberg della violenza è rappresentata dagli omicidi, che sono stabili nel tempo per le donne (ISTAT: dati provvisori per il 2020). “Ci risiamo”, afferma Mancori, “è un bollettino di guerra, in Italia si compiono episodi di femminicidio una volta a settimana, senza contare le aggressioni, spesso neppure denunciate, le violenze psicologiche, oppure le cc.dd. “biasimevoli condotte” (tampinamenti telefonici, pedinamenti, utilizzo sfrenato della messaggistica o del ricorso ad altri strumenti di denigrazione attraverso i social network, ecc.), da una quindicina di anni opportunamente tradotte nel reato di stalking”.
“Bene che se ne parli – prosegue l’Avvocato Mancori – e che si adottino tutte le iniziative legislative e non per contrastare un fenomeno che non fa distinzione di sesso, razza e religione, figlio di un concetto primordiale che affonda le proprie radici, anche religiose bisogna ammetterlo, sull’istinto di supremazia dell’uomo sulla donna e sull’inciso ‘se non puoi essere mia non devi essere di nessun altro’. Come per tutti i reati di natura domestica, pensiamo ai maltrattamenti in famiglia e alle violenze di genere e/o sessuali, non è mai semplice all’esterno cogliere i segnali di un disagio così profondo tanto da poter allertare per tempo le autorità. Tutto sta, quasi sempre, alla tempestiva denuncia della persona offesa propedeutica ad una serie di steps che attivano il cd. Codice rosso e che, se colti in tempo, potrebbero davvero condurre ad evitare tragedie. Il tema è complesso e meriterebbe una campagna di sensibilizzazione che coinvolga già gli studenti di scuola media-inferiore. La semplice lettura di fatti di cronaca a scuola, da parte degli insegnanti, potrebbe, attraverso la conoscenza, nutrire alla formazione di una coscienza. Bisogna avere la forza e la lucidità di chiedere aiuto per tempo. Senza vergognarsene”.
Secondo l’ISTAT, la violenza contro le donne è fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso. Molto spesso si tratta di violenze dentro la famiglia, più difficili da dichiarare e denunciare, situazioni in cui la donna si sente sola a dover affrontare un dramma che, se portato allo scoperto, sconvolgerebbe anche gli equilibri di vita di altre persone care.
Per gli omicidi, la Direzione centrale della Polizia criminale del Ministero degli Interni ha istituito nel 2002 una banca dati dedicata che consente di conoscere anche il movente presunto, distinguere tra gli omicidi di criminalità comune e organizzata, e soprattutto di studiare, per gli omicidi di cui si conosce l’autore, la relazione tra quest’ultimo e la vittima dell’omicidio, permettendo così di conoscere quante donne sono uccise da partner o da parenti, o quanti uomini sono uccisi da sconosciuti, e così via.
Inoltre, dal 2006 è stato attivato dal Dipartimento per le Pari Opportunità il numero telefonico di emergenza 1522 per far emergere e contrastare il fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. Nel 2009, con l’entrata in vigore della L.38/2009 modificata nel 2013 in tema di atti persecutori, ha iniziato un’azione di sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking.
Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno ed è accessibile gratuitamente dall’intero territorio nazionale. L’accoglienza è disponibile in varie lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.