Di Maio e Salvini verso l’ultimo miglio: stasera l’ultimo incontro, domani sigla dal notaio. Spread 147,6 punti. Assemblea PD in vista
di Federica Fabiani
Stando a quanto si apprende da fonti parlamentari, MoVimento 5 Stelle e Lega sarebbero vicinissimi ad un’intesa definitiva sul programma del potenziale governo giallo-verde, cosa diversa per il nome del premier invece, cui si starebbe ancora lavorando. È molto probabile che il contratto sarà ultimato dal tavolo dei tecnici di leghisti e grillini già entro questa sera per farlo siglare nella giornata di domani, giovedì 17 marzo, da un notaio. Atteso l’incontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Individuare un solo nome da proporre al Colle con una proposta secca su chi i due schieramenti vorrebbero vedere a Palazzo Chigi, questo l’obiettivo del leader del Carroccio, Matteo Salvini, e del capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio. La riuscita felice delle trattative poi, sarebbe anche avallata da un’intervista a Newsweek al fondatore del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che in merito all’accordo M5S-Lega ha dichiarato “ci vuole un po’ di tempo ma accadrà”.
Ma a causare il polverone, come già successo anche in campagna elettorale, è l’Europa, o meglio, Bruxelles e l’eurocrazia che Grillo così riassume, “Il Parlamento europeo non ha alcun potere, le decisioni sono prese dai commissari. E se si guarda a chi siede nelle commissioni, si trova un politico circondato da sette lobbisti”.
In particolare, a suscitare sentimenti anti-europeisti non sono solo le polemiche “interne” sulla bozza di contratto di Governo tra le due forze politiche, divulgata in anteprima dall’Huffington Post – accompagnate anche dall’agitazione dei mercati finanziari – ma soprattutto un articolo del Financial Times [“Rome opens its gates to the modern barbarians”], che contribuisce ad allargare la platea di coloro che rigettano ingerenze esterne. Ed entrambe le forze politiche rispondono alle “accuse” di barbarietà.
Sul blogdellestelle.it, l’On. Manlio Di Stefano, ex Capogruppo M5S della Commissione Affari Esteri e Comunitari di Montecitorio e Membro della delegazione italiana del Consiglio d’Europa, ha pubblicato una lettera con la quale invita la redazione di FT a “comprendere meglio quanto sta avvenendo in Italia e, magari, conoscere un po più da vicino il MoVimento 5 Stelle”, mentre Salvini ha risposto con una Live su Facebook di non voler cedere ai ricatti dello Spread o delle Borse che salgono e scendono (oggi la Borsa a -2,8% e spread a 147,6 punti, ndr).
Uniti contro l’Europa, l’accordo è più fattibile che mai, paradossalmente.
Non solo, sempre più motivati a dimostrare all’elettorato di potercela fare, Salvini e Di Maio si sono anche detti disposti a rinunciare ad un posto nel futuro esecutivo: “Io mi auguro che si possa far parte del governo per mettersi alla prova in prima persona, ma se serve per farlo partire io e Salvini siamo pronti a stare fuori”, così il leader di M5s Di Maio fuori da Montecitorio. E sulla composizione del Governo aggiunge: “Tutti i nomi saranno politici perché saranno scelti da due forze politiche e non calate dall’alto”. Posizioni, quelle di Di Maio, condivise apertamente anche da Salvini che torna a ribadire che non sarà mai lui l’ostacolo alla nascita del governo. E nel frattempo il capo politico leghista si dedica alle campagne elettorali in giro per l’Italia, domani sarà infatti ad Aosta, motivo in più che lascia intendere che probabilmente già stasera gli accordi giungeranno al termine.
E per quanto riguarda la consultazione con la base, è di poco fa l’annuncio di Di Maio che chiede agli attivisti M5S di “colorare l’Italia di giallo e riempire le piazze di gazebo e banchetti che informano i cittadini sui punti del contratto di governo che stiamo per stipulare” già questo weekend. Materiali e voto online su Rousseau avranno il via libera non appena il contratto sarà ultimato.
Intanto, mentre il Partito Democratico si prepara per l’Assemblea nazionale indetta per questo weekend a Roma, la Procura Generale del Tribunale di Milano decide di non ricorrere contro la sentenza che ha deliberato la riabilitazione di Silvio Berlusconi (e che potrebbe quindi farlo tornare a breve in parlamento, ndr) anche se per ora “non è in programma” stando al Cav.
Rimaniamo per ora appesi ad un filo giallo e verde.