Il punto sui principali fatti del giorno (e del passato weekend) in vista delle #elezionipolitiche2018
La politica non dorme mai, specie durante la tombola elettorale. Tra Assemblee nazionali, eventi ed interviste televisive è stato senz’altro un fine settimana ricco di appelli e ultimi ritocchi in vista della consegna di simboli, programmi e statuti al Viminale che dovrà avvenire entro domenica prossima, 21 gennaio.
Grande attenzione ha suscitato, ieri, l’intervento del Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in occasione dell’incontro “Lombardia, Milano, Italia – Obiettivo Governo” per la campagna elettorale di Giorgio Gori alla quale erano presenti, tra gli altri, anche Matteo Renzi e il sindaco di Milano Beppe Sala. Calenda non ha fatto mistero che per il centrosinistra, in Lombardia e alle nazionali, “la campagna elettorale sarà una battaglia difficilissima” ma che non per questo si dovranno semplificare i temi o screditare la paura che gli italiani hanno del futuro, soprattutto in termini di lavoro e immigrazione. Una corsa, quella del 4 marzo, che non lo vede tra i candidati ma per la quale sarà comunque in prima fila a sostegno di Renzi come premier e Gori come governatore della Lombardia. Il numero uno del MISE si è poi scagliato senza sconti contro quelli che lui definisce “Movimenti che rappresentano la fuga dalla realtà e che promettono tutto e il contrario di tutto, come un reddito che non è frutto del lavoro ma di un diritto” e che, così facendo, trasmettono “una brutta idea della dignità umana e della dignità del lavoro”.
Calenda ha poi veementemente rivendicato l’operato del Governo, dal Piano Industria 4.0, alla Strategia Energetica Nazionale, al Piano straordinario Made in Italy, inclusa la battaglia per il referendum del 4 dicembre 2016 e la riforma del mercato del lavoro, ricordando a Renzi, e a tutti i presenti, come in realtà quello dei dem non sia stato un esecutivo di rottamatori o abolitori, ma di grandi costruttori che hanno avuto la forza di voler cambiare l’Italia.
In casa di Liberi e Uguali questo weekend non si è respirato un clima sereno. Pietro Grasso, leader di LeU, ha infatti replicato alla dichiarazione della Presidente della Camera Laura Boldrini in merito alla chiusura totale ai 5 Stelle, ribadendo che “la decisione non spetterà a lei” . Boldrini a sua volta ha ribattuto invitando a “non commettere gli stessi errori recriminati al Partito Democratico, come il personalismo”. In termini di partite locali, in seguito all’ufficializzazione del mancato sostegno a Gori, come si vociferava da tempo, si è poi fatta largo la notizia secondo la quale Grasso avrebbe ormai trovato una quadra con il candidato PD nel Lazio, Zingaretti, per una “condivisione dei contenuti” sui temi di ambiente, sanità, istruzione, rifiuti e mobilità.
Sul fronte del centrodestra, invece, Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia, prosegue l’appello per essere incluso nella coalizione dei tre “grandi”, Berlusconi, Meloni e Salvini, come componente liberale non disposta ad appoggiare soluzioni di larghe intese. Ma se Salvini e Meloni hanno già dato il loro assenso, dal Cavaliere ancora nulla.
Oggi ha fatto scalpore la dichiarazione del candidato governatore in Lombardia, Attilio Fontana, secondo cui “la “razza bianca” è messa a rischio dal fenomeno dell’immigrazione non controllata”. Inevitabile, immediata indignazione da più fronti nonostante sia poi seguita una rettifica quasi immediata.
In termini di programmi siamo alle ultime battute. Il PD presenterà ufficialmente i suoi punti durante la Direzione di mercoledì, 17 gennaio alle ore 18 (inizialmente attesa per martedì 16), mentre i 5 Stelle danno appuntamento a Pescara durante il prossimo weekend. Da considerare inoltre, sul fronte 5 Stelle, che tra domani e dopodomani si terranno le consultazioni online sulla piattaforma Rousseau per le parlamentarie del MoVimento (con possibile proroga fino alle 14 di giovedì 18 in caso di grande affluenza).