Da una parte quasi una riunione di famiglia, dall’altra una passerella di potenziali ministri e molta fiducia nell’esito del voto
Siamo sempre più vicini alla fatidica chiamata alle urne. I leader del centrodestra danno prova di unità (davanti alle telecamere) e di qualche intento, mentre Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, è impegnato a presentare i 18 nomi dei suoi candidati a ministri.
Al Tempio di Adriano, nel centro di Roma, Silvio Berlusconi arriva per ultimo e conduce lo show, ribadendo ancora una volta come non ci siano ragionamenti post voto che tengano: “Dal momento in cui saremo maggioranza vi garantiamo che la nostra lealtà sarà assoluta. Saremo una forza di aggressione rispetto a tutto quello che ha fatto la sinistra”.
Al coro dei critici dell’operato del Partito Democratico si aggrega ovviamente anche Matteo Salvini (Lega), che non vede l’ora di essere al Governo per abolire la legge Fornero e per poter lavorare sulla legge alla legittima difesa. Mentre le parole dei piccoli della coalizione, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) da un lato e Raffaele Fitto (Noi con l’Italia) dall’altro, sottolineano di essere felici di essere seduti al “tavolo dei grandi”. Meloni aggiunge poi che Di Maio avrebbe messo in campo non una lista di candidati ma una serie di “malcapitati come sua squadra di governo”.
Insomma, un Berlusconi “padre”nobile del centrodestra, un Salvini nel ruolo del figlio con tanta voglia di fare, con i suoi cavalli di battaglia e la Meloni che spera di fare un buon risultato per continuare ad essere considerata in seguito (analogo discorso per Fitto). A fine evento i 4 concedono l’onore di una foto insieme all’altro moderato, poi messo da parte per non disperdere qualche decina di migliaia di voti: Stefano Parisi di Energie per l’Italia, candidato a governatore della Regione Lazio.
Nel frattempo, Di Maio, a Roma sud, ha presentato tutta la sua squadra di possibili ministri che ha già definito come #GovernoPatrimonioDelPaese. Oltre ad Alessandra Pesce all’Agricoltura, le altre donne del potenziale esecutivo a 5 Stelle sono Filomena Magino al dicastero dedicato alla Qualità della Vita, Elisabetta Trenta alla Difesa, Paola Giannetakis all’Interno e Emanuela del Re agli Esteri. Tra gli altri, gli unici “politici” sarebbero l’On. Fraccaro (ai Rapporti con il Parlamento) e l’On. Bonafede alla Giustizia.
Inizialmente, i candidati “super competenti” di Di Maio sfilano veloci, introdotti da una breve biografia e dall’indicazione di quale incarico andrebbero a ricoprire, dopodiché a ciascuno viene lasciato il palco; molti parlano in inglese fluente “perché c’è la stampa estera”, e vengono chiarite le posizioni che M5S porterebbe avanti in materia di Euro: “Non vogliamo uscire dalla moneta unica ma vogliamo dire basta all’austerity”; tutti sottendono ad un principio: “We want the world to say: we learned from Italy” e non viceversa.
La manifestazione e i toni con cui ci si rivolge alla platea sono molto sicuri, come se il Movimento avesse già vinto le elezioni. Ma sarà davvero così?
In casa centrosinistra, intanto, quasi brutto presagio, la chiusura della campagna sembra essere avversata dalle condizioni meteo che si stanno abbattendo sull’Italia – e che potrebbero compromettere il voto di molti, domenica 4 marzo. Tramite la sua enews, il segretario dem, Matteo Renzi fa sapere che domani, alle ore 21.00, sarà nella sua Firenze all’ObiHALL.