L’ipotesi di un accordo tra i vincitori del 4 marzo sembrava definitivamente tramontata, ma nelle ultime ore sembra tornato l’asse Salvini-Di Maio. Gentiloni da Bucarest: “l’immigrazione non si fattore di paura”
Mentre proseguono le consultazioni condotte a Palazzo Giustiniani dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, le voci che si susseguono nelle ultime ore vedono un avvicinamento a sorpresa tra il Movimento 5 Stelle e la coalizione di centrodestra, con il ritorno in auge dell’asse tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Uno scenario che supererebbe il gioco di veti incrociati delle ultime settimane, magari con un appoggio esterno di Forza Italia a un’intesa M5S-Lega, e che contraddirebbe anche le dichiarazioni rilasciate da stamattina in poi dai principali esponenti delle forze politiche.
Il primo a esporsi era stato il capogruppo grillino a Palazzo Madama Danilo Toninelli, che intervistato da Rtl 102.5 aveva precisato come i pentastellati non stiano dando priorità al dialogo con la Lega rispetto all’interlocuzione con il Partito Democratico, rivolgendosi ai dem per rilanciare “la proposta di sedersi a un tavolo e scrivere un contratto di Governo”. Toninelli si era poi detto fiducioso che il Pd “faccia un passo avanti su sollecitazione anche del Presidente della Repubblica”.
Al presidente dei senatori grillini aveva risposto il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, che via Twitter ha voluto chiudere ancora una volta all’interlocuzione con il Movimento postando questo messaggio: “Caro Danilo Toninelli, non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la Lega. Non è sufficiente sbianchettare il programma elettorale per farci dimenticare che per anni avete considerato le riforme del Pd il male assoluto”.
Tuttavia, nel Partito Democratico pareva continuare a crescere il numero dei dirigenti che vorrebbero quantomeno rimettere in discussione la linea dell’isolamento stabilita nei primi giorni di marzo (i dirigenti vicini al ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno comunque chiesto la convocazione della Direzione per discutere della questione). Cambio di linea, che avrebbe preso piede anche tra gli esponenti dell’area del partito legata a Matteo Renzi. Da parte sua, il segretario reggente Maurizio Martina aveva evidenziato come il Pd “anche in queste ore, in questi giorni, abbia sempre fatto passaggi di responsabilità”, facendo altresì notare che il proprio partito è stato “l’unico a salire al Quirinale con delle proposte concrete”.
Sul fronte del centrodestra, sempre in mattinata il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ospite della trasmissione Rai Agorà, aveva bocciato l’ipotesi di un Esecutivo sostenuto dalla coalizione moderata e dal Partito Democratico. “Non ci sono le condizioni: gli italiani non lo hanno votato” è stato il commento del governatore, che ha poi espresso apprezzamento per un eventuale accordo con il Movimento 5 Stelle, a questo punto necessario perché “qualcuno a Palazzo Chigi ci dovrà andare, visto che ci sono scelte importanti da prendere per il Paese”.
Come si diceva poc’anzi, tuttavia, l’eventuale colpo di scena di un primo accordo tra i pentastellati e il blocco Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia renderebbe completamente superati i ragionamenti che circolavano da ieri sul nulla di fatto del tentativo della presidente Casellati e sull’ineluttabile apertura del ‘forno’ tra M5S e Pd, magari con un nuovo mandato esplorativo affidato nella prossima settimana al presidente della Camera Roberto Fico.
Oltre agli sviluppi sullo stallo per la nascita del nuovo Governo, la giornata odierna ha visto anche la visita ufficiale del premier uscente Paolo Gentiloni in Romania. Il Presidente del Consiglio dimissionario al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica rumeno Klaus Werner Iohannis si è soffermato sulle prospettive dell’Unione europea, mostrandosi fiducioso che “il semestre del Consiglio europeo a guida di Bucarest, nei primi sei mesi del 2019, possa dare un contributo a ravvicinare le diverse posizioni, a impostare nel modo giusto la discussione sul quadro finanziario pluriennale dell’Ue che non può essere dominata da interessi egoistici”. Gentiloni ha poi sottolineato che “dentro il cammino unitario c’è anche lo sforzo sul fenomeno migratorio che deve essere una delle grandi priorità dell’Europa: non è un fenomeno transitorio e dobbiamo impegnarci perché non sia fattore di paura, ma controllato e di sviluppo per le nostre economie”.