Ma Tajani: “Senza di noi nessun governo”. Il Pd rivendica la Commissione Speciale. Martina più morbido ma forse non basta
Una apertura – anzi, un “contratto” – da sottoscrivere o con la Lega o con il Pd per il governo, ma con un no a qualunque alleanza con Forza Italia, come partito che bloccherebbe ogni tentativo di riforma del sistema. E un rilancio del governo guidato da Luigi Di Maio, come espressione della volontà popolare. Sarà questa – secondo quanto riferisce Corriere.it – la posizione del M5S alle consultazioni che cominciano domani al Quirinale, che Luigi Di Maio spiegherà nelle prossime ore.
La settimana parlamentare si è aperta con l’elezione da parte della Camera del Segretario di presidenza “integrativo” Luca Pastorino (Leu) in rappresentanza del gruppo misto. Calendarizzata inoltre a martedì 10 aprile alle ore 15 la votazione sull’istituzione della Commissione speciale sugli atti urgenti del governo, che sarà composta da 40 deputati che rappresenteranno in maniera proporzionale i gruppi parlamentari. Dovrebbe essere convocata invece la prossima settimana una seduta comune delle Camere per eleggere un giudice della Corte Costituzionale e due giudici del CSM.
Dal fronte del Pd si alza intanto la voce di Graziano Delrio che chiede che la presidenza della Commissione speciale vada all’ex presidente della Commissione Bilancio (Francesco Boccia del Pd alla Camera, ndr), proprio come nel 2013 venne eletto Giancarlo Giorgetti che era stato nella precedente legislatura a capo della stessa Commissione. Seguendo questa prassi, al Senato, dove il presidente di Commissione non è stato rieletto (Giorgio Tonini, Pd, ndr) la presidenza andrebbe al Movimento 5 Stelle con Barbara Lezzi (M5S), già vicepresidente nella precedente legislatura.
Il segretario reggente Maurizio Martina, dal canto suo, si fa avanti e anticipa che la delegazione del Pd al Colle ascolterà anche le indicazioni Mattarella, tracciando un’apertura sul fronte dem: “Un partito come il nostro ascolta sempre il Presidente della Repubblica, le sue indicazioni e i suoi indirizzi. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo”. Martina aggiunge anche che “abbiamo un impegno sancito unitariamente nella Direzione; il primo è l’esito del 4 marzo e il rispetto della volontà popolare che si è espressa molto chiaramente. Sentiremo il Presidente e se ci saranno indicazioni non saremo insensibili”. Ma se Martina assume una linea più morbida, il capogruppo in Senato Andrea Marcucci ribadisce su Twitter: “Il Pd, coerentemente con le decisioni assunte in direzione, dirà al presidente Mattarella che non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile”.
Anche in casa centrodestra, in vista delle consultazioni, Antonio Tajani prende posizione e dichiara su Repubblica che “senza di noi l’esecutivo non si fa”. E sarà proprio questo l’argomento al centro della riunione di domani convocata a Palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi proprio in vista delle consultazioni. “La forza di maggioranza relativa è la coalizione di centrodestra. Le elezioni le abbiamo vinte noi, non i 5 Stelle” aggiunge il presidente del Parlamento europeo. Sul fatto che il leader del M5s Luigi Di Maio non vuole nemmeno parlare con Berlusconi, Tajani sottolinea: “Forza Italia è Berlusconi. E senza Forza Italia non si fa alcun governo. Rappresentiamo il 14 per cento degli elettori, abbiamo 170 parlamentari e siamo il primo gruppo del centrodestra al Senato. Questa conventio ad excludendum non è solo inaccettabile, non ha proprio senso. Non esistono leader di serie A e di serie B.”. “La presenza di Forza Italia in un esecutivo di centrodestra sostenuto da altre forze – ribadisce – è garanzia di credibilità. E la Ue si aspetta da noi un governo stabile”. “Non so ancora – aggiunge Tajani – se farò il coordinatore di Fi, ma sono a disposizione del partito. Non vogliamo un ritorno alle urne, ma la richiesta di Di Maio di fare il premier non esiste”.