Riposizionamenti in vista della decisione del Colle. Il presidente della Camera su carceri e vitalizi. I “tre punti” del Pd
Si può dire che la giornata parlamentare di oggi sia stata fino ad ora la più ricca della XVIII Legislatura: Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio, prima seduta “operativa” della Commissioni speciali per gli atti urgenti del Governo di entrambe le Camere, e informative a Camera e Senato del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sulla situazione in Siria.
Proprio le posizioni in politica estera delle forze politiche sulla questione siriana e delle alleanze internazionali potrebbero indicare al Presidente della Repubblica la strada per uscire dallo stallo della formazione del nuovo esecutivo.
Rebus sic stantibus, le opzioni a disposizione di Mattarella per formare un Governo sono due: assegnare un incarico esplorativo ad una carica istituzionale (in lizza, ovviamente, i presidenti delle Camere, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati e il numero uno di Montecitorio, l’on. Roberto Fico) oppure assegnare un preincarico “politico” ad uno dei vincitori delle elezioni del 4 marzo, ergo Luigi Di Maio (M5S), capo politico del primo partito, o Matteo Salvini (per la coalizione di centrodestra, prima per consensi alle urne).
Sullo sfondo rimane però l’opzione di un “Governo del Presidente”, per evitare di tornare a votare in autunno, con un “Premier terzo”. E se Matteo Salvini si rende disponibile ad un passo indietro in questo senso (“Se ci fosse qualcuno in gamba che sottoscrive un programma che condivido perché no. Io a differenza di Di Maio non sono qua a dire o governo io o non si fa niente”), dalle retrovie del MoVimento 5 Stelle si leva la voce del sen. Elio Lannutti che rassicura sul web: “Nessuna divisione! Siamo tutti uniti ed impegnati per un Governo guidato da Luigi Di Maio. Tertium non datur!”. A corollario anche delle indiscrezioni della stampa sul ruolo ‘movimentista’ che sta assumendo sempre di più l’ex deputato Alessandro Di Battista rispetto al ‘governista’ Di Maio.
Un’intesa, quella giallo-verde tra M5S e Lega che sembra essere andata “a male”, specie dopo la provocazione di Di Maio nei confronti di Salvini (“Pochi giorni e passo al forno Pd”); parole che il candidato leghista in Friuli, Massimiliano Fedriga, spera siano imputabili alla tensione del momento e che Ettore Rosato (Pd) non vuole nemmeno considerare.
Manca ancora una soluzione, ma è attesa una dichiarazione di Mattarella nella giornata di domani.
In merito alla capigruppo di stamane, invece, pare si siano fatti progressi. Il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha infatti manifestato soddisfazione per il risultato: “Domani il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggere un giudice della Corte Costituzionale e due componenti del Csm. Una buona notizia visto che da oltre un anno la Consulta lavora senza un giudice”, così su Twitter. Da sottolineare poi che, sempre durante la Capigruppo,Fico, ha chiesto una “riflessione” sul decreto legislativo che attua la riforma delle carceri, “sulla base delle notazioni del garante nazionale per i detenuti”, una sorta di ripensamento (ed implicito accordo con la riforma del ministro Andrea Orlando del Pd) se si pensa che in una precedente capigruppo si era deciso di non far esaminare il testo dalla Commissione speciale, attendendo la costituzione della Commissione Giustizia. Sul tema ci sarà una nuova valutazione nella prossima riunione.
Ma, oltre al nodo CSM, per Fico – e i 5 Stelle – si intravede già un altro successo, quello dell’abolizione dei vitalizi parlamentari. Domani l’attivismo del Presidente dell’Assemblea di Montecitorio si concretizzerà nell’incontro con il presidente dell’INPS, Tito Boeri, che in un’intervista rilasciata la settimana scorsa, aveva mostrato supporto alla proposta dei 5 Stelle.
Nel frattempo, il Pd propone tre punti dai quali ripartire: povertà, famiglie e lavoro. Come? Allargando il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta, introducendo l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile e introducendo il salario minimo legale. Lo scrive il segretario Reggente dei dem Maurizio Martina su Facebook. Temi, quelli sollevati da Martina suscitano l’interesse dei capofila grillini: “La proposta avanzata da Maurizio Martina rappresenta un’iniziativa utile ai fini del lavoro che sta svolgendo il comitato scientifico per l’analisi dei programmi presieduto dal Professor Giacinto Della Cananea. Abbiamo sempre detto che ciò che vogliamo fare è partire dai temi che interessano ai cittadini”, lo affermano i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli.
Il tutto, sullo sfondo di un nuovo “scandalo” targato M5S riportato da IlFoglio, secondo cui “la versione del programma elettorale attualmente disponibile sul sito del Movimento è completamente diversa da quella che c’era a febbraio (ovvero quella votata dagli iscritti, ndr)”, specie in ambito di politica estera che avrebbe subito un pesante processo di “bonifica” a favore di posizioni più moderate (e quindi più vicine al Pd?).