Le alleate del PD invocano un Gentiloni bis. Assolta (per ora) Virginia Raggi e De Luca querela Di Maio. Il “caso Embraco” sbarca in Europa
Campagna elettorale che non decolla tra vicende di cronaca (molte) e politica (assai poca). La giornata di oggi comunque si è aperta con le “scandalose” dichiarazioni di Beatrice Lorenzin, leader di Civica Popolare, e di Emma Bonino, leader di +Europa, entrambe alleate del Partito Democratico, per l’apertura ad eventuali larghe intese “classiche” (Pd e Forza Italia) che escludano i 5 Stelle e le destre sovraniste (Lega e Fratelli d’Italia). Seppur di vedute molto diverse su varie questioni, come la legalizzazione delle droghe leggere, entrambe convengono sul no senza appello a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Luigi Di Maio. Anche se va detto, che in fase di negoziazione, la seconda avrà più carte da giocare della prima.
La ministra della Salute, Lorenzin, ha risposto in maniera molto chiara alle critiche che le sono state mosse in merito all’aver cambiato schieramento: “Non sono io che sono cambiata, piuttosto è il centrodestra a trazione Salvini che è diventato un’altra cosa”, rispetto alla Forza Italia in cui era cresciuta e dove ha militato per anni. E aggiunge, “il centrosinistra ha dimostrato di essere la coalizione della responsabilità che si è contrapposta all’irrazionalità, alimentata da Lega e M5S. Per questo siamo (noi di Civica Popolare, ndr) fortemente favorevoli a un Gentiloni bis”, sottolineando quindi come la soluzione di un esecutivo “allargato” è dovuta al fattore proporzionale del Rosatellum.
Emma Bonino, invece, durante il forum Facebook-Ansa ha tenuto a precisare che vuole contribuire ad un Governo filo-europeo e che sia tutto tranne che sovranista, altrimenti, ha dichiarato: “Si andrà all’opposizione. “L’Ue implica un’attenzione ed una politica costanti, un modo di vedere come funziona, di come trarre profitto dal progetto europeo”, aggiunge.
Un’altra donna protagonista del dibattito politico odierno è sicuramente Virginia Raggi, sindaco di Roma, che il Tribunale di Roma ha provveduto ad assolvere per “Infondatezza della notizia di reato”, cancellando, a detta della prima cittadina, “più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica”. Rimane tuttavia aperto il processo per la promozione del fratello di Marra.
Ma a fare compagnia a Raggi sugli “schizzi di fango” della politica ci pensa Silvio Berlusconi, che rispondendo ai saluti del presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, all’inizio di un incontro con gli associati, ha tenuto a sottolineare che lui è solo “un imprenditore”, non un politico e che a lui, “la politica ha sempre fatto schifo, con tutti i tradimenti che si vedono. Anche i politici sanno che è un ambito molto lontano dal meglio che può essere l’attività umana”.
In ogni caso, il più indignato è sicuramente il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (o De Luca Senior), che, sempre sulla scia dell’indagine di Fanpage che ha portato alle dimissioni del figlio (De Luca Jr.) da assessore al Bilancio del Comune di Salerno (l’altro figlio è candidato in lista con il PD), ha dichiarato di aver querelato Luigi Di Maio per le dichiarazioni rilasciate ieri e nei giorni scorsi. “Invito Di Maio, membro autorevole della casta a 15 mila euro al mese, a rinunciare all’immunità parlamentare. Gli rinnoveremo la richiesta ogni giorno fino alle elezioni”, dichiara su Facebook il governatore.
Sempre su Facebook è arrivata anche la replica del presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso, anche lui nel mirino di De Luca Senior per “moralismo da quattro soldi”, che dice: “Non ci interessano le vicende personali su cui indaga la Magistratura. Non risponderò alle provocazioni e alle sfide a duello sul terreno del moralismo. Saremo a Napoli per rivendicare il primato di una politica indisponibile a qualsiasi contatto con affaristi e criminali, una politica pulita che lotta per il benessere dei cittadini”.
Sullo sfondo di questi battibecchi elettorali continua invece la vicenda Embraco. Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda si è recato oggi a Bruxelles per incontrare la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager che ha assicurato al numero uno del MISE “che la Commissione è molto intransigente” nel verificare i casi segnalati in cui c’è un problema o di uso sbagliato dei fondi strutturali, o, peggio, di aiuto di Stato per attrarre investimenti da Paesi che sono parte dell’Ue. E’ appena arrivato anche un appello dei sindacati europei allo stop dell’operazione.
Un Calenda che ci tiene a rimarcare la propria appartenenza al centrosinistra, escludendo un suo coinvolgimento in un ipotetico governo di centrodestra “perché non esistono uomini per tutte le stagioni” ma “per quanto riguarda un governo di larghe intese – ha aggiunto – è una cosa diversa; dipende da che tipo di governo e da che tipo di programma”. “Se i programmi – ha puntualizzato – sono quelli che si sentono durante le elezioni, anche no”.
A meno di due settimane dal voto, quello che arriva sarà un weekend carico di appuntamenti “elettorali”: la manifestazione nazionale “Mai più fascismi, mai più razzismi” convocata per il 24 febbraio a Roma dove sfileranno anche PD e LeU (che nel frattempo sta organizzando a Napoli una “marcia per la legalità” per il 26 febbraio), e la manifestazione della Lega “Ora o Mai più”, in programma per il 25 febbraio a Milano.