Molti i big presenti all’incontro: un’anteprima dei futuri dicasteri? Tempi fino a domenica
Definire il programma e le priorità di governo, questo l’obiettivo che si sono dati i capi politici di Lega e MoVimento 5 Stelle, rispettivamente Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nell’incontro tenutosi oggi a Montecitorio.
Dopo il “vi consento” di Silvio Berlusconi arrivato ieri sera per la formazione di un governo tra M5S e Carroccio al quale, come ha ribadito anche la presidente dei Senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, gli azzurri non voteranno la fiducia, i due giovani leader non hanno atteso oltre. Di Maio ha annullato gli impegni elettorali che aveva a Parma per incontrarsi con Salvini a Roma e cercare di risolvere le questioni scottanti legate alla Presidenza di Palazzo Chigi e ai temi: sulla bocca di tutti reddito di cittadinanza e flat tax.
Da fonti parlamentari si apprende che sul nodo di premiership e squadra di Governo, i due candidati premier avrebbero fatto progressi: una figura terza che sia di “alto profilo” ma il cui nome non sarà svelato fino a quando l’accordo non sarà messo nero su bianco. Resta però sul tavolo l’incarico politico come pure la “staffetta” tra i due leader.
Dal Quirinale è arrivata in giornata la comunicazione che le due forze politiche avrebbero chiesto alla Presidenza della Repubblica di riferire dell’esito del confronto già questa domenica e non lunedì come inizialmente preventivato. E il Colle ha dato il suo benestare.
Ma la decisione su chi siederà a Palazzo Chigi, in realtà, sembra ancora lontana anni luce: “prima vengono i temi e il contratto di Governo”, così Luigi Di Maio oggi su Facebook. Non solo, Di Maio ci ha tenuto a ribadire che per poter far nascere davvero un governo, il contratto con la Lega dovrà comunque essere votato dagli iscritti al MoVimento su Rousseau; mentre Salvini continua a giocare la carta della celerità, minacciando che “se in 2-3 giorni non si chiude si va a votare”.
Chi sta lavorando al contratto di governo? Dopo il testa a testa tra Di Maio e Salvini di questa mattina, è ora in corso la prima riunione tra i responsabili tecnici dei diversi settori di MoVimento 5 stelle e Lega. Presenti all’incontro, per la Lega, i capigruppo Giancarlo Giorgetti e Gian Marco Centinaio, insieme al Vice presidente di Palazzo Madama Roberto Calderoli, al responsabile economico Claudio Borghi e al Presidente della Commissione speciale alla Camera, Nicola Molteni. Per i 5 Stelle, invece, Alfonso Bonafede (candidato in pectore di Di Maio per il ministero della Giustizia), Vincenzo Spadafora (Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera), Laura Castelli (vicepresidente vicario dei deputati 5 Stelle), e Rocco Casalino, responsabile della comunicazione di M5S.
M5S e Lega salpano verso una maggioranza sicura, anche senza Forza Italia (sebbene al Senato con soli 6 voti oltre la maggioranza e FI, dunque, assai decisiva…), ma vale la pena sottolineare che c’è un altro attore nella coalizione di centrodestra che non vuole passare inosservato e che è stato “fatto fuori” – più o meno implicitamente – da Luigi Di Maio, è il caso di Fratelli d’Italia. Per ricordare infatti a Di Maio e Salvini che 50 parlamentari in più fanno sempre comodo, e che un giorno potrebbero tornare utili, Giorgia Meloni ha dichiarato che FdI “voterà o meno la fiducia all’esecutivo giallo verde a seconda del premier”. Una mossa, quella di Meloni, che potrebbe compromettere il potere negoziale di Silvio Berlusconi rispetto a nomine e poltrone.
La strada per capire chi saranno i cavalieri che siederanno intorno alla tavola rotonda di Palazzo Chigi è ancora lunga ma già da domani è possibile che trapeli qualche sicurezza in più.