“Lega e Pd scelgano se stare dalla parte del cambiamento”. I dem convocano per il 21 aprile l’Assemblea; Gozi: “Subito l’accordo con En Marche, il Pse non basta più”
Mentre al Quirinale sta andando in scena la prima delle due giornate di consultazioni per la formazione del nuovo Governo, continuano a tenere banco nel dibattito tra le forze politiche le affermazioni di Luigi Di Maio, che dopo il suo intervento di ieri sera alla trasmissione Di Martedì è tornato anche oggi pomeriggio (con un post sul Blog delle Stelle) a proporre a Lega e Pd un “contratto alla tedesca per il cambiamento dell’Italia”.
L’aspirante premier del Movimento 5 Stelle, alla vigilia dei colloqui dei principali partiti con Sergio Mattarella, per dare un Esecutivo al Paese propone di “mettere al centro i temi, cioè le soluzioni per risolvere i problemi”, dicendosi contrario ad accordi o alleanze organiche con gli avversari. Dopo aver rivendicato nuovamente i risultati del 4 marzo, Di Maio offre dunque un contratto di governo in cui vengano dettagliate modalità e tempistiche delle misure da prendere a due interlocutori: da un lato il Carroccio (definito come “l’altro vincitore delle elezioni”), ma a patto che si liberi dal rapporto con Silvio Berlusconi, e dall’altro il Partito Democratico, qualora si svincoli dalla linea dell’opposizione stabilita da Matteo Renzi. A entrambi l’ex vicepresidente della Camera chiede di “decidere da che parte stare”
La posizione del Capo politico dell’M5S, tuttavia, non sembra fare proseliti né nel campo del centrodestra né tra le file dei dem.
In casa Lega, infatti, tanto il capogruppo alla Camera Giancarlo Giorgetti quanto il candidato alla presidenza del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga hanno ribadito la disponibilità del Carroccio a dialogare con i pentastellati, ma senza subire veti né condizioni. Per quanto riguarda Forza Italia, destinataria principale degli attacchi del Movimento, è stata invece la presidente dei senatori Anna Maria Bernini a ribadire come “l’onere della proposta per la formazione del nuovo Governo spetta alla coalizione che ha vinto le elezioni”.
Per quanto riguarda il Pd, la posizione ufficiale continua a essere quella del “No” a qualsiasi ipotesi di collaborazione per Palazzo Chigi, come ripetuto da ultimo pochi minuti fa da Ettore Rosato, che ha invitato Luigi Di Maio a “uscire dalla modalità campagna elettorale ed entrare in quella responsabilità per il Paese”, definendo inoltre gli appelli grillini come una strategia “per aumentare il potere contrattuale con la Lega”. Ciò nonostante, se nel Partito Democratico per ora sembra reggere la scelta dell’Aventino, inizia invece a montare la discussione sulle prospettive e i posizionamenti futuri.
In un intervento odierno sul Corriere della Sera l’ex leader Walter Veltroni, nello smentire un suo coinvolgimento nell’attuale fase politica, ha al tempo stesso criticato l’ipotesi di ‘andare oltre il Pd’ che si starebbe diffondendo nell’entourage renziano, come dimostra l’intervista rilasciata poche ore fa da Sandro Gozi all’Huffington Post. Il tuttora sottosegretario agli Affari europei ritiene infatti che sia “necessaria una nuova alleanza progressista e fortemente europeista, per impedire che l’anno prossimo accada in Europa quello che è accaduto in Italia il 4 marzo”. Concretamente, Gozi auspica che il Partito Democratico stringa fin da subito un accordo con la formazione En Marche di Emmanuel Macron, in modo che quest’ultimo non si rivolga altrove per dare corpo ai suoi progetti per contrastare i populismi nell’Ue, per i quali “il Pse da solo non è più sufficiente”.
In attesa di capire come evolverà il dibattito sulla rifondazione che dovranno affrontare i dem, oggi è arrivata la notizia che l’Assemblea nazionale per decidere se eleggere subito il successore di Matteo Renzi o convocare il congresso si terrà sabato 21 aprile.
Passando alle attività parlamentari di inizio Legislatura, nel primo pomeriggio il senatore M5S Vito Crimi è stato eletto presidente della Commissione speciale sugli atti urgenti del Governo di Palazzo Madama.
In ultimo luogo, nel corso della mattinata l’esponente del Partito Democratico Daniele Leodori è stato eletto presidente del Consiglio Regionale del Lazio, carica che aveva già ricoperto dal 2013 al 2018. Vicepresidenti sono stati eletti i consiglieri Devid Porrello (M5S) e Adriano Palozzi (Forza Italia).