La consultazione grillina forse va ai tempi supplementari. PD ancora alle prese con le alleanze. Il “nodo” dell’uninominale: chi rischia?
Si entra in giorni decisivi per l’avvio a pieno ritmo della campagna elettorale.
Seconda giornata di Parlamentarie per il Movimento 5 Stelle, ma non mancano le polemiche. La piattaforma Rousseau registra numerosi rallentamenti nelle votazioni, sparizioni di alcune candidature, tra cui quella di Andrea Mazzillo (ex assessore al Bilancio di Roma), e cambiamenti in corsa delle regole relativamente alle quote rosa. Le votazioni, che proseguiranno molto probabilmente anche domani dalle 10 alle 14, riguardano solo i collegi plurinominali, mentre per gli uninominali sarà il candidato premier, Luigi Di Maio, a designare i candidati. L’obiettivo è quello di divulgare un elenco provvisorio prima della kermesse prevista nel weekend a Pescara, durante la quale verrà illustrato anche il programma del Movimento.
Passando al centrosinistra, in questi giorni sembrerebbe valere lo slogan: “le elezioni regionali non sono come le politiche”, considerando le difficoltà in termini di alleanze nazionali tra PD e il resto del mondo politico.
La delegazione dem è riuscita a trovare un accordo con +Europa non solo a livello nazionale ma anche nei territori, a sostegno di Giorgio Gori (Lombardia) e Nicola Zingaretti (Lazio) ma, nel frattempo, il fronte orientale ha ceduto in alcuni punti. L’appoggio di Liberi e Uguali al governatore uscente del Lazio infatti, è arrivato, ma con alcune importanti condizioni tra le quali quella, assai delicata, di non includere i “centristi”. Nella cordata elettorale del PD nel Lazio, non ci sarà il movimento dunque la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, Civica Popolare, che non ha tardato ad esprimere a Renzi la sua delusione, minacciando addirittura di candidarsi in prima persona alla presidenza della Regione.
Quanto al grosso “nodo” dei seggi, Renzi sta spingendo i suoi a non tirarsi indietro dal confronto e a candidarsi nei collegi maggioritari, ma la paura è tanta. Ad ora, tra gli esclusi dal maggioritario sembrerebbero esserci tra gli altri la sottosegretaria Maria Elena Boschi e il ministro Pier Carlo Padoan, che ieri ha preso parte al suo primo evento di questa campagna elettorale, mentre dalla nutrita “pattuglia” Madia, Pinotti, Franceschini, Delrio, Martina e forse Minniti e Gentiloni, sembra esserci disponibilità a metterci la faccia.
Per quanto riguarda tutti gli altri e il resto del panorama elettorale, attesa per stasera, in occasione della Direzione nazionale del PD, la definizione dei criteri per candidature e deroghe. Il segretario intanto rilancia l’appuntamento di sabato 20 gennaio a Milano, dedicato agli Stati Uniti d’Europa e al programma, primo vero incontro della campagna elettorale del PD.