Cdp: lascia Costamagna e comincia il valzer dei rinnovi. Riforma di Dublino: si spacca la Ue. Piemonte: iniziativa Chiamparino
Di LabParlamento
Sarà soltanto un caso ma nel giorno dell’atteso discorso programmatico del premier, Giuseppe Conte, e del primo voto di fiducia al Senato (ne riferiamo a parte), i mercati (Borsa, spread, euro) non offrono segnali incoraggianti. Un suo illustre predecessore, Mario Monti, nel suo intervento, accentua non a caso i “silenzi” della relazione a cominciare dalla mancata citazione della moneta unica e predica “umiltà” per evitare l’arrivo della Troika… Insomma, non un bel viatico a dispetto delle notevoli aspettative, al contrario, di larga parte dell’opinione pubblica e della giusta soddisfazione dei due schieramenti, Lega e M5S, oggi al Governo. Naturalmente, nelle prossime settimane gli interrogativi avranno o meno risposte più concrete.
Di sicuro, intanto, si aprono due confronti parlamentari interessanti. Il primo riguarda la formazione delle Commissione permanenti, rimaste fin qui congelate dalla lunga crisi. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha inviato infatti una lettera ai presidenti dei gruppi chiedendo loro di designare i deputati per la costituzione dei dodici organismi. Giovedì prossimo, una capigruppo stabilirà il giorno in cui le Commissioni si insedieranno eleggendo i rispettivi Presidenti e uffici di presidenza. Fico ha anche proposto una riforma del Regolamento per unificare le Giunte per le elezioni e per le autorizzazioni: la creazione di un’unica Giunta, ha spiegato, avverrebbe nell’ottica della semplificazione, come avviene già in Senato, dove la Giunta è unica.
Il secondo fatto attiene invece al ritorno in primo piando del Def. Il voto della risoluzione sul documento economico-finanziario da parte dell’Aula della Camera e del Senato avverrà la prossima settimana, tra l’11 e il 15 giugno. Voto che avviene, appunto, per tradizione in concomitanza nelle due Aule: Fico ha quindi annunciato di voler concordare una data con la presidente del Senato, Casellati. Calendarizzazione che avverrà in una conferenza dei capigruppo che si terrà giovedì prossimo.
Per restare in ambito economico, da registrare anche l’apertura sostanziale della corsa al rinnovo delle cariche nelle partecipate pubbliche, che parte con Cdp. Claudio Costamagna, presidente dell’istituto per la promozione nazionale che gestisce i 250 miliardi del risparmio postale, si è detto infatti non disponibile per un secondo mandato, aprendo di fatto la strada al ricambio del Cda con la lista da presentare entro il 16 giugno. “Porgo al mio successore i migliori auguri di raggiungere i traguardi che, insieme al nuovo amministratore delegato, saranno definiti di concerto col nuovo governo”, il suo commiato.
A livello Ue e immigrazione, importante notizia dalla riunione, a Lussemburgo, dei ministri degli Interni (cui non ha partecipato Matteo Salvini, che era al Senato). Asse tra l’Italia e i Paesi del cosiddetto Gruppo Visegrad dell’Europa dell’est per far saltare la proposta della presidenza bulgara sulla riforma di Dublino come base di lavoro per il vertice Ue dei leader di fine giugno. Sette Paesi in tutto si sono detti contrari alle proposte: oltre all’Italia, Spagna, Austria, Romania, Ungheria, Slovenia e Slovacchia. Tre Paesi (Estonia, Polonia e Gran Bretagna) non si sono espressi. Gli altri 18, pur non soddisfatti, lasciano la porta aperta al negoziato, al summit. Tra questi Grecia, Malta, e Cipro, spaccando così il fronte mediterraneo. Va detto tuttavia che il Governo uscente di Paolo Gentiloni aveva già preannunciato voto contrario.
Tutto questo mentre Giuseppe Conte ha ricevuto questa mattina una telefonata dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione Europea, Federica Mogherini: i due hanno concordato “di tenersi in stretto contatto in vista dei principali appuntamenti internazionali ed europei, a partire dal Consiglio europeo di fine giugno” e si sono “ripromessi di organizzare appena possibile un incontro bilaterale”.
Dominata dalla fiducia in Senato, la giornata è scarna di fatti propriamente politici. Tuttavia merita una citazione l’intervista a Repubblica del presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, nella quale egli preannuncia l’intenzione di creare un “fronte civile repubblicano anti-populista ed europeo”, il più vasto possibile con esponenti che si riconoscano in queste idee da Leu fino a Forza Italia, in vista delle elezioni regionali del 2019. Lo stesso Chiamparino annuncia comunque che, “finché sono qui, prima di bloccare la Torino-Lione devono passare sul mio corpo”. E sollecita un incontro urgente col Governo “per impedire un grave danno al Piemonte e all’Italia”.