Gentiloni vola a Bruxelles. Di Maio tra nuovo Governo e nuovi “impresentabili”. Duro attacco di Repubblica a Berlusconi
di LabParlamento
Si chiude una settimana di scarse emozioni elettorali e ci si avvia ormai alla discesa finale, che ci porterà al voto di domenica prossima, 4 marzo.
Michele Emiliano sceglie un’intervista a Telenorba per dare voce al problema del momento in casa Pd: gli scenari post voto in caso di sconfitta secca del partito. “Se il Pd non dovesse essere il primo partito e il presidente Mattarella dovesse dare l’incarico a Di Maio, io farò ogni sforzo perché il Pd sostenga il M5s nella formazione del governo”, dice il governatore pugliese che poi allarga il tiro ai sempre più precari equilibri interni: “Con i nostri parlamentari dobbiamo aiutare il Pd nazionale a uscire dal renzismo”. “Ho l’impressione – chiosa poi polemico – che se gli italiani in questo momento potessero pensare al Pd con una guida diversa da Renzi, prenderemmo qualche punto in più alle elezioni, soprattutto se indicasse già adesso Gentiloni – considerato come “traghettatore di una futura traversata nel deserto” – in qualità di premier”.
Il “diretto interessato”, intanto, fa il suo ingresso al Consiglio Europeo accompagnato da Angela Merkel e Emmanuel Macron, quasi a rispondere “fisicamente” ai timori di Bruxelles sull’esito delle elezioni. Alla riunione convocata sul bilancio Ue del dopo Brexit, Gentiloni chiude definitivamente la polemica con Juncker e conferma l’assoluta tranquillità sull’impegno nazionale per l’Europa. Del resto, in questo momento, cos’altro si potrebbe dire?
Il candidato premier M5s Luigi Di Maio è salito al Quirinale dove però non ha incontrato il presidente Sergio Mattarella ma il segretario generale Ugo Zampetti: ha preannunciato l’invio di una lista di possibili ministri da sottoporre al Capo dello Stato in caso di vittoria elettorale. La compagine sarebbe ormai ultimata e verrebbe resa nota giorno per giorno a partire dal fine settimana o dall’inizio della prossima per arrivare, comunque, a cose fatte alla manifestazione finale del 2 marzo, presente Beppe Brillo, in Piazza del Popolo.
Di Maio che però è di nuovo alle prese con il problema delle candidature. Il presidente del Potenza Calcio, nonché candidato del Movimento in Basilicata, Salvatore Caiata, è indagato infatti nell’ambito di un’inchiesta per riciclaggio a Siena, dove l’imprenditore è titolare di diverse attività (Caiata nel frattempo si è dichiarato innocente e si è autosospeso). La sua candidatura alla Camera era stata ufficializzata lo scorso 29 gennaio dal capo politico penta stellato nella conferenza di presentazione della squadra. Sempre in casa M5S fanno discutere i manifesti elettorali della candidata alla presidenza della Regione Lazio, Roberta Lombardi (“piu turisti, meno immigrati”) che si attirano anche le critiche di Roberto Fico.
“Mercoledì mattina a Palazzo Chigi firmerò il Patto per l’Autonomia della Regione Lombardia”, annuncia con soddisfazione il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, durante la presentazione del rapporto di fine legislatura agli stakeholder”. Intervistato dal direttore del Foglio, Maroni ha spiegato di aver raggiunto l’intesa con il Governo: “Stamattina ho parlato con Roma. Siamo arrivati a una sintesi” . Ci saranno anche Zaia (Veneto) e Bonaccini (Emilia-Romagna).
In casa Centrodestra, Silvio Berlusconi continua a fare professione di moderatismo. “Non mi sembra che Juncker abbia detto una cosa fuori luogo, ha solo detto di sperare che l’Italia si dia una maggioranza e un governo e in effetti la situazione peggiore é che il voto non porti a una maggioranza e si debba ritornare subito a votare”, dice il leader di Forza Italia a Coffee Break su La 7. “Ma sono sicuro che noi avremo una maggioranza e daremo vita a un governo per fare ripartire l’Italia”, aggiunge tranquillo annunciando che quasi sicuramente sarà della partita in occasione della manifestazione della Lega per la chiusura della campagna elettorale, il 1° marzo, in un teatro romano, incontro al quale sarà presente anche Giorgia Meloni.
E tuttavia lo stesso Berlusconi è oggetto proprio oggi di un durissimo editoriale del direttore di Repubblica, Mario Calabresi (“Apriamo gli occhi per fermare un vecchio film”) cui fa da compagnia, sempre in prima pagina, un commento altrettanto polemico di Massimo Giannini (“Condono e flat tax, il Caimano non è cambiato”).
Torna sulle parole del presidente Juncker anche il responsabile del Mise, Carlo Calenda (timori comprensibili, quelli espressi, sulla possibilità di un “governo non operativo” nel post voto ma poi, però, “se tacessero sarebbe meglio”). Mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, a Circo Massimo, in onda su Radio Capital: “Con il M5S sono più i punti che ci dividono da quelli che ci uniscono”. Pronto il commento di Maurizio Martina (Pd) “Chi aiuta Forza Italia e Lega è chi, come Leu, divide il centrosinistra”.
PS Andrea Camilleri, il creatore del Commissario Montalbano, in una intervista dice che, nonostante la sua tenera età da ultranovantenne, domenica prossima si recherà al voto (accompagnato in cabina) e che tutti dovrebbero fare così. Poi lancia il suo endorsement per Emma Bonino.