Salvini pronto ad un nuovo giro d’incontri. Pd rientra in gioco? Camera e Senato tentano di procedere insieme, per evitare “sgambetti”
di Simona Corcos
Ultimi tentativi d’intesa per arrivare preparati ai voti di domani mattina per l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato. Una partita ancora tutta aperta tra M5S, Lega e Forza Italia, con il Pd fuori dai giochi, almeno per adesso. Anche se non è ancora detto visto che la trattativa, rispetto solo a ieri sera, si è fatta di nuovo tutta in salita. E la “ripartenza” del confronto riporta sul tavolo perfino nuovi scenari.
Dopo la riunione che si è tenuta nella residenza romana di Berlusconi, oggi infatti nuovo vertice del centrodestra al quale hanno preso parte, oltre a Berlusconi, Meloni e Salvini, anche il leghista Giancarlo Giorgetti (votato poco fa all’unanimità capogruppo della Lega alla Camera), Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera e Paolo Romani.
Riunione nel corso della quale il centrodestra ha confermato Paolo Romani, l’attuale capogruppo di Forza Italia al Senato, per la presidenza di Palazzo Madama. Proposta non condivisa dal Movimento 5 Stelle che attraverso le parole di Di Maio su Facebook commenta in questo modo gli sviluppi: “Nelle ultime ore notiamo che ci sono difficoltà nel percorso che porta all’individuazione dei Presidenti delle Camere. Il Pd si è rifiutato di partecipare al tavolo di concertazione proposto dal centrodestra, e lo stesso centrodestra continua a proporre la candidatura di Romani che per noi è invotabile. Per questa ragione proponiamo un nuovo incontro tra i capigruppo di tutte le forze politiche per ristabilire un dialogo proficuo al fine di un corretto processo per l’individuazione delle figure di garanzia per le presidenze delle Camere”. L’ipotesi che sta girando nelle ultime ore è quella di un cambio di rotta: Anna Maria Bernini al posto di Romani. Nome su cui potrebbe convergere M5s senza troppi strappi al suo interno.
Rinviata,nel frattempo, l’assemblea congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato, prevista per le 13.00 di oggi, per indicare il candidato pentastellato alla Camera. Una conferma, forse, anche delle difficoltà interne al Movimento per accettare un metodo troppo “condiviso” e soprattutto una vicinanza eccessiva alla figura di Silvio Berlusconi.
Salvini ha ribattuto indirettamente a Di Maio dichiarando: “Pronti a nuovi incontri, non necessariamente a livello di leader, va bene anche i capigruppo” pur di risolvere velocemente la situazione. “Se si riparte nelle trattative si riparte”, spiega il leader della Lega parlando con i cronisti a Montecitorio. È tutto azzerato, quindi? “Mi sembra proprio di sì”, replica ancora Salvini, che sulla possibilità che il Pd si sieda al tavolo sottolinea: “Penso di sì. Era quello, del resto, che auspicavamo”. E ancora:”Se c’è da ridiscutere col Pd o coi 5 Stelle – ha continuato Salvini – siamo disponibili a ridiscutere sia col Pd che coi 5 Stelle. Vogliono che ci vediamo con i gruppi? Ripartiamo dai gruppi. Non facciamo un problema di forma”.
Lato Pd, c’è molta attesa per l’assemblea degli eletti, convocata alle 18.00. Un Pd che va verso la richiesta di ripartenza, qualora dovesse saltare lo schema M5S – centrodestra. “Ripartire da zero” del resto vorrebbe dire mettere sul tavolo nuove ipotesi fino ad oggi inesplorate: come Dario Franceschini per la presidenza della Camera (da eleggere con il centrodestra) o Emma Bonino in Senato (da eleggere con il Movimento 5 Stelle).
Per evitare “sgambetti” comunque, la volontà comune sarebbe quella di procedere con votazioni simultanee. Le forze politiche, durante una riunione informale dei capigruppo svoltasi alla Camera, sembrerebbero aver espresso infatti la volontà di far si che le assemblee procedano di pari passo, come garanzia degli eventuali impegni che saranno raggiunti. Proprio al Senato infatti, il centrodestra avrebbe i numeri per poter eleggere il Presidente senza l’appoggio di altre forze politiche, procedendo in maniera più spedita rispetto alla Camera grazie al meccanismo di votazione previsto dal regolamento.