Bernini candidata “a sua insaputa”. Centrodestra a rischio spaccatura. Berlusconi insiste su Romani. Vertice d’urgenza a Palazzo Grazioli
di Simona Corcos
Parte col botto la nuova Legislatura. Mettendo a serio rischio la tenuta del Centrodestra, lasciando intravedere ombre sull’affidabilità “istituzionale” di Matteo Salvini e lanciando segnali molto oscuri sulla formazione del nuovo Governo.
Vediamo cosa è accaduto.
Due votazioni alla Camera, con fumata nera, e una votazione ancora in corso, che richiede sempre il 2/3 dei voti computando anche le schede bianche. Una votazione che dovrebbe risolversi stasera in un nulla di fatto, dopo le dichiarazioni di gran parte delle forze politiche che convergeranno sulle schede bianche anche in questo caso.
Ma la partita aperta, durissima, è al Senato, dove durante la seconda votazione, appena conclusa, la Lega ha scelto di votare, compatta, Anna Maria Bernini, di Forza Italia, andando contro i disegni di Silvio Berlusconi che continua ad indicare come candidato Paolo Romani. Netto Renato Schifani, che ha dichiarato poco fa che il voto della Lega su Bernini è stato del tutto “inatteso”, che il candidato di FI continua ad essere Romani, e che la scelta non è stata affatto concordata. Salvini, a sua volta, ha controbattuto di aver avvisato soltanto Berlusconi sul voto alla Bernini mentre “non ho avuto alcun contatto, non c’è stato alcun vertice con i 5 Stelle”.
Il terzo scrutinio è in calendario domani alle 10.30. Intanto vertice d’urgenza a Palazzo Grazioli.
Un centrodestra, dunque, che si divide subito alla prima prova ufficiale sull’indicazione del nome per la presidenza di Palazzo Madama e che rischia di spaccarsi, definitivamente, nel caso in cui domani Lega e Movimento 5 Stelle dovessero convergere sulla Bernini. “I voti al Senato ad Anna Maria Bernini, strumentalmente utilizzata, sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo della Lega che da un lato rompe l’unita’ della coalizione di centrodestra e dall’altro smaschera il progetto per un governo Lega/M5s” dichiara Silvio Berlusconi. Ma a sostenere la Bernini non è soltanto la Lega. Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia, che conta 17 senatori) ha infatti dichiarato che “Berlusconi deve ricordare che tutto il centrodestra ha dato mandato a Salvini di trovare un candidato e con Bernini Forza Italia avrebbe comunque la seconda carica dello Stato”.
Mentre dal Movimento 5 Stelle sembra arrivare un ok alla Bernini. “E’ un problema di metodo, Romani era indagato”, spiega un esponente M5S tra i più vicini ai vertici che in questi minuti sono riuniti per decidere la linea.
Da sottolineare, in mezzo a questa confusione, la “minaccia” di Luigi Di Maio che potrebbe aver portato il leader della Lega a prendere una posizione di forza: “Se Salvini si ostina a sostenere un condannato, alla terza votazione potremmo sostenere il Pd”. Notizia che è stata commentata subito dal capogruppo uscente del Pd, Ettore Rosato in maniera negativa. Pd che, a questo punto, può stare alla finestra in attesa degli eventi, non dispiaciuto affatto in fondo, si commenta, da questa situazione.
Un Salvini che, in precedenza, aveva già aperto in parte oggi al Movimento, dichiarando che: “Il M5s sbaglia a porre veti, ma sbaglia anche chi si arrocca su un solo nome: ognuno di noi, in questo momento deve parlare con tutti e mettersi di lato di qualche centimetro, noi della Lega ci siamo messi di lato di un chilometro…”.