E accusa la Lega di volere un Governo con Berlusconi e Renzi. Tutti al Colle lunedì
Alla vigilia dell’ultimo giro di consultazioni in programma al Quirinale per lunedì 7 maggio, e mentre ci si interroga su quali siano le intenzioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo che dalla Direzione del Partito Democratico è emerso un no chiaro ad un dialogo “di governo” con i 5 Stelle, il fondatore del MoVimento, Beppe Grillo, torna a proporre il referendum sull’euro.
Il “ritorno alle origini” dei 5 Stelle, recuperato nelle ultime ore dopo una campagna di stampa molto istituzionale, viene commentato con toni duri dal segretario dimissionario del Partito Democratico, Matteo Renzi, che su Facebook dichiara: “Contrordine dal Blog: il PD torna a essere un partito di delinquenti, non più il compagno di strada verso il Governo. Sui social tornano gli insulti, le campagne di odio condotte dai finti profili, il giustizialismo”. E rivendica di essere felice di aver contribuito al naufragio di un possibile accordo tra PD e M5S, “Lo ripeto: sono orgoglioso”. Attirandosi però subito la critica di Dario Franceschini: “Superficiale”.
Nel frattempo, sempre in casa 5 Stelle, il leader politico Luigi Di Maio, continua a spingere sulla proposta avanzata l’altro giorno a Matteo Salvini di andare insieme al Colle e chiedere al Presidente Mattarella di tornare al voto. In un post sul blogdellestelle.it, il MoVimento spiega al grande pubblico le tempistiche necessarie per elezioni a giugno: “La legge prevede che, per abbinare le elezioni politiche con il secondo turno delle prossime amministrative previsto per il 24 giugno, il Presidente della Repubblica abbia tempo di sciogliere le Camere fino al prossimo giovedì 10 maggio. Votare il 24 giugno si può!”.
Di Maio non sembra affatto intenzionato a costituire un “governo di tregua” e sostiene che se ciò avvenisse sarebbe “perché Salvini si è alleato con il Pd”.
Ma Salvini non ha nessuna intenzione di costituire un governo con Renzi e i renziani, fosse anche solo per le riforme. La Lega è infatti favorevole ad un “governo a tempo” che si incarichi di fare in fretta e bene poche cose, che possa traghettare l’Italia a nuove elezioni. Un’ipotesi sulla quale però è disposto a trattare solo con i 5 Stelle, che invita a dialogare per lavorare “insieme” su tempi nomi e temi.
Tra gli impegni di questo possibile governo (durata ipotizzata: fino a dicembre), che non dovrà però essere “l’ennesimo governo tecnico non eletto dagli italiani”, figurano la riforma della legge elettorale (da modificare in senso maggioritario), il mantenimento dell’IVA ai tassi attuali, e, soprattutto, il rigetto della proposta di Bilancio avanzata ieri dalla Commissione Europea. Questo il succo della proposta che il leader della Lega ribadirà a colloquio al Colle lunedì. E sui possibili nomi per la premiership, nega che l’incarico debba essere necessariamente affidato ad un leghista: “Ce ne sono di professori orientati in questa maniera (ovvero a riscrivere il rapporto con l’Unione Europea e che non siano Mario Monti o Elsa Fornero, ndr)”.
Emblematico il commento a chiusura della conferenza stampa a Bellerio: “Non accetto presidenze telecomandate da Bruxelles, alcuni nomi che circolano sono quelli di dame di compagnia della Commissione Europa”.
Intanto, con l’approvazione all’unanimità della relazione del Segretario Reggente dei dem, Maurizio Martina, il Partito Democratico sembra aver scongiurato, almeno per ora, un dissanguamento interno. “Più forza al #Pd per affrontare i passaggi difficili delle prossime settimane”, questo il commento su Twitter del premier Paolo Gentiloni, il cui governo verrà testato, ancora, nelle prossime settimane, sulla questione del DEF.
Spetta ora al Colle, in un modo o in un altro, mettere fine a questo lunghissimo primo tempo che è andato ben oltre il 90esimo. Dalle 10.00 di lunedì il via ai colloqui, si parte dal MoVimento 5 Stelle.