La prossima settimana arriverà la mossa del Capo dello Stato. Tre le ipotesi: pre-incarico, mandato esplorativo o Governo istituzionale. Ai partiti rimangono pochi giorni, domenica possibile incontro Salvini-Di Maio
Il secondo giro di consultazioni al Quirinale si è chiuso con la presa d’atto di Sergio Mattarella riguardo il persistere dello stallo tra i partiti. Il Capo dello Stato ha annunciato che attenderà alcuni giorni, prima di giocare le proprie carte per superare la situazione di paralisi sulla formazione del nuovo Governo. Data l’agenda del Presidente della Repubblica, che per lunedì 16 aprile prevede la sua presenza a Forlì, la mossa di Mattarella dovrebbe arrivare per martedì 17 o mercoledì 18 aprile, ma quali sono le strade a questo punto percorribili dal Colle?
Al netto di sfumature legate alla prassi, le possibilità che si aprono sono in sostanza tre: un pre-incarico a un esponente del centrodestra o dell’M5S per verificare una volta per tutte la praticabilità di una maggioranza sostenuta dai due vincitori a metà delle elezioni, un mandato esplorativo affidato alla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati o alla terza carica dello Stato Roberto Fico per proseguire l’interlocuzione con i Gruppi parlamentari e, da ultimo, un incarico pieno a una personalità al di sopra delle parti per dare vita a un Esecutivo che si potrebbe definire istituzionale o ‘del Presidente’.
Lo scenario del pre-incarico al momento sembra il meno probabile, dal momento che né la Lega né il Movimento 5 Stelle appaiono intenzionati a ‘bruciare’ le proprie chance di arrivare a Palazzo Chigi in assenza di numeri certi in Parlamento (poche ore fa Matteo Salvini ha ribadito di non essere disposto a “andare a cercare voti che non ci sono”). In ogni caso, il Presidente della Repubblica ha fatto chiaramente intendere ai partiti che il tempo per accordarsi tra loro sta per scadere (non ci sarà una terza tornata di colloqui) e che l’opzione di archiviare la XVIII Legislatura per tornare al voto prima dell’estate non è neanche in discussione. Al contrario, Sergio Mattarella ha fatto intendere di essere disposto anche ad abbandonare il ruolo di arbitro neutrale, se fosse necessario per dare al Paese “un Governo con piene funzioni”. Tuttavia, prima che arrivino le decisioni dell’inquilino del Colle dovranno trascorrere 4-5 giorni, che per le dinamiche attuali della politica italiana rappresentano un tempo in cui tutto o quasi può succedere.
Difatti, se il persistere delle polemiche tra Forza Italia e pentastellati (l’ultimo capitolo è stata l’uscita odierna di Silvio Berlusconi, che dal Molise ha sancito che “non sta certo al signor Di Maio dirmi quel che devo fare”) e l’ormai abituale isolamento del Partito Democratico (le ultime indiscrezioni vedono i renziani pronti a chiedere il rinvio dell’Assemblea del 21 aprile) fanno presagire che difficilmente la situazione si sbloccherà a breve, non sono da escludere colpi di scena in extremis. In questo senso, la giornata di apertura del Vinitaly di Verona, prevista per domenica 15 aprile, potrebbe portare a qualche novità, dal momento che sia Di Maio che Salvini saranno presenti tra i padiglioni dell’esposizione, dove non è difficile immaginare un possibile incontro tra i due. “Spero nel Vinitaly” è stata la battuta del segretario del Carroccio, e a questo punto sembra davvero l’ultima chance per evitare l’intervento in prima persona del Capo dello Stato.
Al di là dello stallo per l’Esecutivo, tra le notizie della giornata va segnalato il rinnovo della Giunta Regionale della Calabria, determinato in primis dalla necessità di sostituire il vicepresidente Antonio Viscomi, eletto deputato con il Pd lo scorso 4 marzo. Dopo aver reso noto che il successore di Viscomi sarà il docente universitario Francesco Russo e aver comunicato la nomina ad assessori di Maria Francesca Corigliano, Maria Teresa Fragomeni e Angela Robbe, il governatore dem Mario Oliverio ha annunciato che il primo atto del nuovo governo della Regione sarà “un profondo riordino organizzativo e della macchina amministrativa”.