Botta e risposta durissimo con Weber (PPE). Mercati sempre più agitati. Val d’Aosta: Carroccio ok, male M5S e gli altri. FI resta “contro”; FdI: nuovo rifiuto. “Voci” dal Pd
di LabParlamento
Proprio mentre si sciolgono gli ultimi “nodi” sul nuovo Governo M5S-Lega ed il Capo dello Stato si appresta ad incaricare il neo Presidente del Consiglio, si acuisce lo scontro con l’Europa. Uno scontro durissimo e che non promette bene anche alla luce dell’andamento ancora molto problematico dei mercati finanziari.
Questa volta a parlare è stato il leader dei Popolari europei (Ppe), Manfred Weber che, in una dichiarazione ai media tedeschi, rivolto a Lega e M5s afferma: “State giocando col fuoco perché l’Italia è pesantemente indebitata”. E aggiunge: “Le azioni irrazionali o populiste potrebbero provocare una nuova crisi dell’euro”, lanciando “un appello a restare entro i confini della ragione”. La replica arriva subito dalla capogruppo all’Europarlamento, Mara Bizzotto e non è affatto diplomatica. “È Weber che scherza col fuoco, pensi agli affaracci suoi, gli italiani sono stanchi di prendere ordini da Bruxelles e da Berlino! Weber si metta l’anima in pace: sono finiti i tempi in cui la Merkel e i suoi proconsoli a Bruxelles montavano e smontavano i governi italiani a seconda degli interessi tedeschi e delle loro banche. Da oggi, con l’accordo di governo Lega-M5S, ci sarà finalmente un governo scelto dai cittadini italiani che farà gli interessi del nostro Paese e non quelli dei tedeschi”.
In ogni caso, l’esito della consultazioni odierne al Quirinale arriverà a Borse chiuse mentre, come si diceva, sui mercati si registra un’altra giornata di tensione con la Borsa di Milano in grande affanno (anche per scadenze tecniche), lo spread che sfonda 170 punti (era 166 in apertura) ed il rendimento del Btp decennale in ascesa a 2,28. Il ‘contratto’ di governo alla base di un esecutivo Lega-Movimento cinque stelle “aumenta i rischi per il profilo di credito sovrano, in particolare attraverso un allentamento di bilancio e un potenziale danno alla fiducia”, scrive l’agenzia di rating Fitch, secondo cui “è incerto in che misura questi rischi si tradurranno in una valutazione creditizia più debole; dipenderà dalla capacità del governo di realizzare il suo programma”.
Intanto, anche dalle elezioni in Val d’Aosta escono risultati affatto favorevoli alla formazione di una maggioranza. A metà delle schede scrutinate e con una affluenza al 65,12 per cento, quasi 8 punti in meno rispetto al 2013, calano M5s, Pd e FI che rischiano di non entrare in consiglio regionale. Aumenta i propri voti invece la Lega mentre Union Valdotaine è primo partito ma non arriva al premio di maggioranza e dovrà allearsi con più forze politiche.”Nessuna alleanza di governo con l’Union Valdotaine e dialogo aperto con il M5s”, dichiara però subito la capolista del Carroccio, Nicoletta Spelgatti. Anche Lega e M5S da soli tuttavia non hanno i numeri.
Da Giorgia Meloni nuovo rifiuto all’offerta di Salvini di entrare in maggioranza (al Senato il neogoverno è in bilico) e FI resta apertamente contro. “Ribadisco che saremo opposizione al Governo per il programma che non conviviamo in buona parte e non per i nomi. C’è un conato giustizialista che preoccupa per i cittadini, l’idea di allungare all’infinito i termini di prescrizione, di lasciare all’infinito sul tavolo del magistrato la vita, la libertà personale, il patrimonio, le relazioni familiari e professionali di un individuo è antidemocratico e non è compatibile con l’art. 111 della Costituzione che parla di giusto processo. Non ci piace questa flat tax rivista che colpirebbe le fasce più deboli e persino i disabili. Non ci piace questa ondata nazionalizzatrice, non possiamo illudere i cittadini che solo il pubblico possa fare economia buona. Prendi il caso Ilva….”, ha dichiarato la capogruppo Anna Maria Bernini, al Senato.
Quanto al Pd, non si va oltre la consueta rassegna di dichiarazioni rivolte per lo più al dibattito interno del “dopo Assemblea”.
“Le cose che si sono viste nell’Assemblea di sabato non hanno nulla a che fare con un grande partito progressista che ha governato bene l’Italia per una legislatura. Cose indecorose per come è la situazione nel Paese”, affida Carlo Calenda ad una intervista per “Repubblica”. “Più che dal professor Conte – sottolinea il ministro della Giustizia, Andrea Orlando – la preoccupazione deriva dalla lettura del contratto, perché sogna una serie di obiettivi demagogici con una serie di istanze oscurantiste. E questo secondo me deve essere la vera ragione della è preoccupazione, anche perché una serie di cose che indicano come obiettivo e economico e sociale non saranno realizzabili, anche se mettessero in atto uno scontro con l’Europa”. “Ci hanno fatto la testa come un pallone sul premier politico eletto dal popolo e fanno un tecnico in laboratorio. Hanno gridato trasparenza e fanno il governo in un rifugio antiatomico. Hanno assicurato cambiamento pentastellato e sembrano il pentapartito”, scrive il senatore Davide Faraone su Twitter.