M5S e Lega non hanno l’accordo ma, per i rinvii, ci sono anche altri motivi. Slitta pure il Def. Di Maio a Confcommercio: “L’Iva non aumenterà”. Calenda lo critica sulla partecipazione dei parlamentari ai Tavoli di crisi del Mise
Se con l’ok alla fiducia di Camera e Senato il Governo Conte è da ieri entrato nel pieno delle sue funzioni, bisognerà attendere la prossima settimana per il completamento dell’Esecutivo M5S-Lega e per la formazione delle Commissioni permanenti di Montecitorio e Palazzo Madama, atto, quest’ultimo, che segnerà il reale inizio della XVIII Legislatura.
I due partiti sostenitori del ‘Governo del cambiamento’ sono infatti lontani dall’aver raggiunto un accordo sulla nomina di viceministri e sottosegretari, così come non è stata ancora stabilita la destinazione di deleghe cruciali come le telecomunicazioni (cui la Lega non intende rinunciare per non irrigidire i rapporti con Forza Italia), i servizi segreti e l’editoria. Lo stallo sulle residue posizioni della squadra governativa porta con sé, come effetto collaterale, un rallentamento anche sul fronte della ripartizione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni parlamentari, partita che potrebbe non riguardare solo pentastellati e Carroccio.
Non è da escludere che sui rinvii dei due dossier abbiano giocato lo svolgimento del primo turno delle Amministrative, in programma domenica 10 giugno, e la momentanea assenza di Giuseppe Conte, impegnato domani e sabato 9 giugno nei lavori del G7 di Charlevoix (Canada). Il Presidente del Consiglio rientrerà in Italia domenica, e l’indomani dovrebbe recarsi in visita nei territori del Centro Italia colpiti dal terremoto dell’agosto 2016.
Il presidente della Camera Roberto Fico, nel corso dell’odierna riunione della Conferenza dei capigruppo, ha annunciato che invierà ai Gruppi una lettera di sollecito per l’indicazione dei rispettivi rappresentanti in Commissione, ma non ha potuto che prendere atto dello slittamento delle regolari attività parlamentari. Non a caso, la capigruppo di Montecitorio ha fissato per le 9.30 di martedì 19 giugno l’avvio della discussione in Aula del Def ‘tecnico’ varato ad aprile dall’ex premier Paolo Gentiloni, mentre il 18 giugno partirà l’iter in Assemblea del DL Alitalia.
Al di fuori del Parlamento, la giornata di oggi ha visto la celebrazione dell’Assemblea di Confcommercio, alla quale hanno preso parte i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Data la fugace apparizione del primo (atteso da un comizio elettorale a Como), la scena è stata conquistata dal Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, che rivolgendosi alla platea ha assicurato che nel 2019 non ci saranno aumenti dell’Iva grazie al disinnesco delle clausole di salvaguardia da 12,5 miliardi di euro. Il capo politico del Movimento 5 Stelle si è inoltre soffermato sull’abolizione di spesometro e redditometro e sull’inversione dell’onere della prova in campo fiscale, garantendo che sarà cura dell’Esecutivo agevolare l’attività imprenditoriale.
Lo stesso Di Maio ha in aggiunta firmato la sua prima direttiva al Mise, rendendo possibile la partecipazione dei parlamentari (fino a un massimo di 4) agli oltre 160 Tavoli di crisi aziendale aperti al Ministero. Una scelta, criticata via Twitter dal suo predecessore Carlo Calenda, il quale ha definito “un gravissimo errore buttare le crisi nello scontro politico”.
In ultima istanza, nelle scorse ore si è tenuto un incontro tra il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, destinatario di un giudizio non positivo (”dall’Anac risultati inferiori alle aspettative”) espresso da Conte durante il dibattito sulla fiducia in Senato. “Continuerò a fare anticorruzione, il mio incarico scade nel 2020” ha replicato indirettamente l’ex magistrato, che ha rivendicato come “negli ultimi tre anni nella percezione della corruzione l’Italia ha guadagnato dieci posizioni nelle classifiche internazionali”.