Continuano le espulsioni di M5S, Grasso-Boldrini sul rapporto con i Cinque Stelle, nuovo scontro aperto tra Virginia Raggi e il ministro Calenda
La giornata politica si apre con un dato per certi versi sconcertante: a poco più di 2 settimane dalle elezioni politiche, appena un terzo dei cittadini è oggi a conoscenza del nome di almeno un candidato nel collegio uninominale in cui voterà. “Il 67% degli italiani non ha alcuna idea di chi siano i candidati alla Camera o al Senato nel proprio collegio elettorale”: lo afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento commentando i dati un sondaggio condotto nelle ultime 48 ore dall’Istituto. Incertezza che si aggiunge ad incertezza, in considerazione delle incognite insite nella nuova Legge Elettorale.
Ma c’è invece chi, come Silvio Berlusconi, ha già chiaro il risultato delle urne e non ne è affatto intimorito, anzi: “Lo dicono i sondaggi, noi abbiamo già vinto […] La mia prospettiva di campagna elettorale era quella di bloccare i Cinque Stelle che ora sono fermi al 27% ed in 15 giorni ormai non può cambiare nulla […] entrando in campo ho portato FI dal 13% al 18%, 5 punti che consentono al centrodestra di arrivare ad avere la maggioranza. Il Pd non è mai stato in corsa, è diventato una scatola vuota senza programmi “.
Tuttavia, non c’è ancora altrettanta chiarezza su chi sarà il possibile premier in quota azzurra. Sarà sicuramente un uomo… forse il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani continuamente tirato in ballo dal Cavaliere? “Lo dovete chiedere a Berlusconi…”, risponde l’interessato a chi gli chiede se sarà lui il candidato premier di Forza Italia. “Io – spiega – sto facendo il presidente del Parlamento europeo, non partecipo alla campagna elettorale, da lunedì sarò a Bruxelles e a Roma faccio incontri legati solo al mio ruolo. E’ chiaro che voterò per il mio partito” e sottolinea che l’Italia in futuro dovrà, in ogni caso, essere di nuovo protagonista in Europa.
Tutto questo mentre il meno europeista della coalizione di centrodestra, il segretario della Lega Matteo Salvini, rilancia l’idea che se il Carroccio supererà Forza Italia il premier sarà lui e che al Governo farà le cose a modo suo, non alla maniera del Cav.
Ma le divergenze non mancano nemmeno in casa Liberi e Uguali dove Pietro Grasso, leader di LeU, mette le mani avanti per una possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, a patto che le proposte “corrispondano a quelli che sono i nostri valori e i nostri principi”. Così facendo previene dunque un potenziale attrito con Laura Boldrini (non sarebbe la prima volta!) in merito alla questione grillina. E a scanso di equivoci Grasso ribadisce poi prontamente che la sintesi spetta a lui, in quanto di capo politico.
Dal canto suo il Movimento 5 Stelle continua a perdere pezzi: espulso anche Piero Landi, candidato al collegio uninominale della Camera a Lucca, cacciato dai vertici pentastellati perché “oltre ad essere massone ha mentito perché non l’ha detto”.
Ma Di Maio non è l’unico parafulmine dei 5 Stelle, anzi. È scoppiata di nuovo infatti la questione “Tavolo per Roma” tra la sindaca Virginia Raggi e il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. L’una imputa all’altro di strumentalizzare la questione di Roma a fini elettorali. “Mi stupisce, forse neanche tanto, che a due settimane dal voto si torni a promettere un miliardo per Roma, dopo cinque anni in cui il Governo si è assolutamente dimenticato della Capitale”, dice Raggi el’altro rimarca ancora una volta l’”immobilismo” e “mancanza di capacità realizzativa” da parte dell’amministrazione comunale. “Chiudo il tavolo Roma. Dopo l’ennesima risposta arrogante della sindaca al documento che allego mi ritiro in buon ordine. Lavorare per Roma a dispetto della amministrazione comunale è assurdo. Abbiamo molte altre cose urgenti da fare”, chiude Calenda che aggiunge: “Oltre agli stanziamenti messi a disposizione dal Governo e dalla Regione il Mise ha dedicato un team di 20 persone per seguire i progetti del tavolo di lavoro. Dopo mesi scanditi da una totale assenza della Sindaca e da proposte a dir poco stravaganti e richieste assurde formulate anche sulla base di errori di aritmetica, mi pare che non ci sia più alcun senso nel continuare questo lavoro”.
Nel frattempo, il segretario dei dem Matteo Renzi si è recato a Sant’Anna di Stazzema (Lucca) e dopo aver aderito all’anagrafe antifascista ha sottolineato che “essere antifascisti è il valore costitutivo della nostra comunità”.
In agenda, infine, 3 kermesse separate per la coalizione di centrodestra: Fratelli d’Italia il 18 febbraio a Roma, la Lega a Milano il 24 e sempre a Milano il giorno successivo Forza Italia.