Consultazioni, incarico, nomina. I possibili scenari. LabParlamento inaugura, dal 4 aprile, un nuovo appuntamento quotidiano
di LabParlamento
Le consultazioni
Mercoledì 4 e giovedì 5 aprile il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avvierà le consultazioni al fine di individuare il potenziale Presidente del Consiglio in grado di formare un Governo che possa ottenere la fiducia alla Camera e al Senato. La salita al Colle comincerà con i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e con il presidente emerito Giorgio Napolitano. Sarà poi il turno delle forze politiche: autonomie, gruppi misti, Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia, Lega e si chiuderanno con il Movimento 5 Stelle (ecco il calendario). Per i partiti maggiori, oltre ai capigruppo, ci saranno i leader politici.
Giovedì sera, al termine dei colloqui, Mattarella potrebbe tenere un breve discorso, oppure, prendersi qualche ora di riflessione e parlare il giorno successivo.
Una volta conclusa questa prima tornata di consultazioni già calendarizzata, il Presidente Mattarella potrebbe decidere di procedere ad un nuovo giro di consultazioni, nel caso in cui dal primo round non fosse emerso un quadro definito (questo al momento sembra lo scenario più probabile).
L’incarico
Al termine delle consultazioni, anche se non espressamente previsto dalla Costituzione, Mattarella affiderà o un incarico esplorativo (se la situazione dovesse essere ancora confusa) o incarico pieno, per formare il nuovo governo. Il conferimento dell’incarico può essere infatti preceduto da un mandato esplorativo che si rende necessario quando le consultazioni non abbiano dato indicazioni significative. Il Presidente potrebbe in alternativa conferire un incarico pieno direttamente alla personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento. Quest’ultima opzione è al momento quella meno probabile, alla luce del fatto che nessuno dei partiti/movimenti o delle coalizioni ha la maggioranza assoluta in entrambe le Camere e dato che non sembra esserci un accordo sul Governo tra le forze politiche presenti in Parlamento.
Del conferimento dell’incarico da’ notizia, con un comunicato alla stampa, alla radio e alla televisione, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. Una volta conferito l’incarico, il Presidente della Repubblica non può interferire nelle decisioni dell’incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici.
Nel frattempo il Governo Gentiloni continuerà a governare, in carica per il disbrigo degli affari correnti.
La nomina
L’incaricato, che di norma accetta con riserva, dopo un breve giro di consultazioni, si reca nuovamente dal capo dello Stato per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva. Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell’Esecutivo e dei Ministri. In sintesi il procedimento si conclude con l’emanazione di tre decreti del Presidente della Repubblica:
- quello di nomina del Presidente del Consiglio(controfirmato dal Presidente del Consiglio nominato, per attestare l’accettazione);
- quello di nomina dei singoli ministri(controfirmato dal Presidente del Consiglio);
- quello di accettazione delle dimissioni del Governo uscente(controfirmato anch’esso dal Presidente del Consiglio nominato)
Il giuramento e la fiducia
Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.
Entro 10 giorni dal decreto di nomina, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia, voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari ed avvenire per appello nominale.
Possibili scenari
Il Presidente della Repubblica avvierà le consultazioni con due obiettivi: far nascere un governo che abbia un orizzonte ampio (senza scadenze) ed evitare il ritorno alle urne in tempi brevi. Mattarella potrebbe quindi conferire l’incarico esplorativo al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio (come primo partito) o al leader della Lega Matteo Salvini (come primo partito della coalizione che ha preso più voti) affinché possano fare un tentativo per la formazione del Governo. In alternativa un mandato esplorativo potrebbe essere affidato ad una personalità delle istituzioni (potrebbe essere il caso del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati o del Presidente della Camera Roberto Fico).
Qualora ci fosse un’oggettiva difficoltà a costituire un Governo frutto di un accordo politico più ampio, Mattarella potrebbe prendere in considerazione un Governo “del Presidente”, un governo di scopo con l’obiettivo di varare una nuova legge elettorale e la legge di Bilancio, scenario ad oggi più probabile considerando l’attuale quadro politico.
In caso di stallo persistente Mattarella potrebbe infine anche decidere di indire nuove elezioni, molto probabilmente a settembre, se si rendesse conto dell’impossibilità di creare un governo dopo le consultazioni o dopo eventuali fallimenti di pre-incarichi che potrebbe comunque provare ad affidare.