Di Maio: “contratto di Governo con la Lega o con il Pd”. Salvini: “coinvolgere M5S”. Berlusconi: “Governo centrodestra, no ai pauperismi”. Martina: “nessuna ipotesi di Governo”
di LabParlamento
Dopo gli incontri di ieri, si sono conclusi oggi le consultazioni con le principali forze politiche del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la formazione del nuovo Governo. Al termine degli incontri il Capo dello Stato ha convocato per la prossima settimana un nuovo giro di colloqui per verificare se ci sono le condizioni per formare un governo, dopo qualche giorno di riflessione che lascerà a se stesso e ai partiti; specie dal momento che nessun partito e nessuno schieramento politico dispongono dei voti necessari per fare un governo e per sostenerlo. “E’ indispensabile che alcuni partiti si accordino. Ancora non c’è questa convinzione”. Così il Presidente della Repubblica.
La prima delegazione ricevuta è stata quella del Pd – composta dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, dal Segretario ad interim Maurizio Marina e dal Presidente dei dem Matteo Orfini. Dall’incontro non è emerso nulla di inaspettato, anzi, si è ribadito che i dem si collocheranno all’opposizione.
Dopo il Pd, è stata la volta di Forza Italia. Come nel caso del Pd, anche Silvio Berlusconi, accompagnato dalle sue capigruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini, rimane sulle posizioni iniziali: incarico a Salvini e no al populismo.
“Per Forza Italia il Governo non potrà non partire dalla coalizione che ha vinto le elezioni: il centrodestra, e dal leader della forza politica più votata nella coalizione, cioè la Lega. Naturalmente tale esecutivo ha bisogno di numeri parlamentari che il centrodestra da solo non è in grado di assicurare e quindi dovrà fondarsi su accordi chiari con altri soggetti politici”. Forza Italia non è disponibile ad una soluzione che si basi sul pauperismo e il giustizialismo, è però disposta al dialogo su un programma chiaro, in ottica europea. Un Governo per le urgenze del Paese a cui l’Europa non perdonerebbe populismi, dilettantismi e improvvisazioni.
Lo stesso Matteo Salvini, che in compagnia dei suoi capigruppo, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, rispettivamente Presidenti dei Gruppi Parlamentari “Lega – Salvini Premier” al Senato e alla Camera, al termine del colloquio con Mattarella ha dichiarato chiaramente la posizione del Carroccio:
Il Governo “dovrà partire dal centrodestra che ha vinto le elezioni e, numeri alla mano, se vogliamo un Governo che duri, coinvolgendo i 5 Stelle, non occorre uno scienziato per capire che altre soluzioni sarebbero temporanee ed improvvisate”.
“Abbiamo espresso chiaramente una linea costruttiva. Lavoriamo e lavoreremo per un governo che duri almeno cinque anni. Continuerò ad incontrare ed ascoltare tutti, partendo dall’alleanza di centrodestra che abbiamo ribadito oggi essere unitaria. (…) Non abbiamo detto no a prescindere a nessuno. Bisogna smussare degli angoli che per ora altri – almeno a parole – non vogliono smussare. (…) Se ciascuno rimane sui suoi personalismi e ragionamenti di partito il Governo non nasce” e ancora, “Non abbiamo paura di confrontarci con i cittadini ma faremo di tutto per dare un Governo al paese che duri 5 anni”.
Autonomia e riforme istituzionali, così come i rapporti internazionali saranno, a detta di Salvini, fondamentali.
Con i 5 Stelle si chiude il primo round di consultazioni del Quirinale. Terminato l’incontro con Mattarella, il leader del Movimento, Luigi Di Maio, accompagnato dagli ormai fedelissimi Danilo Toninelli e Giulia Grillo, ha subito rassicurato gli elettori.
“Abbiamo detto al Presidente della Repubblica che sentiamo tutta la responsabilità di essere la prima forza politica del Paese. (…) Dal 5 marzo abbiamo interloquito con tutti e non abbiamo posto veti a nessuno. (…) Dal voto del 4 marzo sono emersi almeno 3 messaggi: al governo deve andarci chi è legittimato dal popolo, sono stati bocciati i governi tecnici, governissimi e governi di scopo. (…) Proponiamo un contratto di governo per il cambiamento dell’Italia, sul modello tedesco, che proporremo perché vogliamo che le forze politiche si impegnino. (…) Noi crediamo che un contratto di governo il Movimento 5 stelle lo possa sottoscrivere o con la Lega o con il Partito Democratico, due scelte alternative. (…) Parlerò con Matteo Salvini e Maurizio Martina per elaborare con loro dei contratti, e quello che sarà più coerente con il nostro programma sarà quello che sottoscriveremo (…). Le mie aperture sono sincere. Non ho mai voluto spaccare il PD, mi rivolgo al partito nella sua interezza, non ci permetteremmo mai di interferire con le loro dinamiche interne, stesso dicasi per il centrodestra; il tema è che io non riconosco una coalizione di centrodestra con leader e programmi diversi. Per questo noi ci rivolgiamo ad una delle forze politiche del centrodestra. (…) Adesso spero che chi ci chiede responsabilità possa mettere al centro gli interessi degli italiani e non i loro di interessi.”
La prima settimana di consultazioni si chiude quindi con un’apertura di Di Maio al Pd e alla Lega, ma non al centrodestra nella sua totalità (dal blogdellestelle.it: “La Lega deve decidere da che parte stare: se contribuire al cambiamento che il M5S vuole realizzare per il Paese o se invece rimanere ancorata al passato e a Silvio Berlusconi, un uomo che ha già avuto la possibilità di cambiare l’Italia e che non lo ha fatto. La scelta è tra cambiare o lasciare tutto com’è, tra spostare le lancette dell’orologio avanti oppure indietro come farebbe inevitabilmente Berlusconi“).
Notizia in aggiornamento (ore 17.40)