“Il mese di giugno è una vera e propria persecuzione per i lavoratori autonomi e le partite iva a cui lo Stato ha messo il cappio al collo con 65 tasse schedate dall’Agenzia delle Entrate, oltre a sei dichiarazioni, più sei comunicazioni ed una istanza”. A denunciarlo è Eugenio Filograna, presidente del movimento Autonomi e Partite Iva.
“Per questi cinque milioni di lavoratori, che sono poi gli attori che hanno il merito di rappresentare il Pil reale del nostro Paese, non esiste ad oggi nessuna deroga covid, nonostante le nostre ripetute richieste, di sospensione per tutto l’anno delle formalità e pagamenti tributari. Queste formalità, chiamiamole così, si ripetono mensilmente, con forme diverse, e continuano per tutto l’anno senza sosta e per tutta la vita aziendale, salvo suicidi, chiusure coatte, fallimenti o fughe all’estero”.
“Una micro partita iva, che non può pagarsi il commercialista, impiegherebbe circa 120 ore al mese solo per adempiere alle formalità burocratiche. Insomma il 50% del proprio tempo da dedicare a produrre dev’essere utilizzato a riempire moduli, anche informatici, spesso incomprensibili e sbagliati. Mi domando perché si continuano a dare aiuti a spizzichi, lasciando angoscia nell’anima di milioni di Autonomi e Partite iva, già indebitate ed esasperate dalla mancanza di reale comprensione, affari ridotti e debiti accumulati”.
“Basterebbe dire – conclude Filograna – tutte le micro partite iva che hanno avuto una riduzione del proprio fatturato del 20-30%, per Covid, sono esentate da tutte le incombenze tributarie, per tutto il periodo della pandemia. Una decisione che metterebbe in salvo un milione di chiusure di attività e 3-9 milioni di dipendenti”, conclude il presidente di Autonomi e Partite Iva.