Molti (anche Matteo Renzi) parlano di elezioni tra 4 mesi (a inizio marzo) ma altri ipotizzano maggio. Proviamo a fare un po’ di chiarezza
Quale sarà la data delle prossime elezioni? Ancora non si sa, ma è certo che questo argomento diventerà centrale nel dibattito politico di fine anno. Cominciamo col fare ordine delle informazioni a nostra disposizione.
La durata della legislatura è 5 anni (art. 60 della Costituzione). Quella in corso non è iniziata il 24 o il 25 febbraio 2013 – data delle ultime elezioni politiche – bensì il 15 marzo 2013, quando si è tenuta la prima riunione delle due Camere, per cui il termine naturale è il 15 marzo 2018. Fino alla convocazione del nuovo Parlamento sono prorogati i poteri di quello uscente, quindi Camera e Senato possono essere convocate anche dopo il 15 marzo, qualora ce ne fosse bisogno.
Chi decide la data delle elezioni? Non il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui spetta indire le elezioni ma solo su deliberazione del Consiglio dei Ministri.
È quindi il Governo a scegliere la data del voto. Mattarella è chiamato a svolgere una funzione notarile. Solo nel momento in cui Governo e maggioranza dichiarassero di aver esaurito il loro compito, si porrebbe il tema della conclusione della legislatura e quindi dell’eventuale scioglimento anticipato di qualche settimana delle Camere e dello svolgimento delle elezioni. A quel punto, il Capo dello Stato si limiterà a sciogliere le Camere un paio di mesi prima della data prescelta (cosiddetto “scioglimento tecnico”, come già avvenuto varie volte), ma comunque non oltre il 15 marzo.
In altri termini, se dopo l’approvazione della Legge di Bilancio – quindi a fine dicembre – il Presidente del Consiglio riterrà di presentarsi dimissionario al Colle, a quel punto si andrà ad elezioni con molta probabilità nei primi giorni di marzo 2018.
È possibile che le elezioni si possano svolgere nel mese di maggio? La risposta a questa domanda è affermativa. Qualora dopo l’approvazione della Legge di Bilancio, il premier Paolo Gentiloni e le forze politiche della maggioranza ritenessero di dover proseguire la loro azione di governo (magari per tentare di approvare lo ius soli) nulla vieta che la legislatura possa arrivare alla scadenza naturale, cioè al 15 marzo 2018. E dal momento che le elezioni delle nuove Camere devono tenersi entro 70 giorni dalla fine delle precedenti (art. 61 della Costituzione), ne consegue che l’ultima data utile per il voto sia domenica 20 maggio 2018.
Nelle scorse ore, dal Quirinale si sono affrettati a spegnere sul nascere ogni tipo di illazioni in merito ad un eventuale avallo del Capo dello Stato ad un’intesa volta a portare la legislatura alla sua scadenza naturale per poter votare a maggio, chiarendo che il Colle non avrà voce in capitolo e si limiterà a ratificare la scelta governativa.
Al momento, l’opzione più accreditata è quella che vede le elezioni convocate nel mese di marzo. Nello stesso periodo sono previste anche le tornate elettorali nel Lazio e in Lombardia. In queste due Regioni si potrebbe quindi prospettare il ricorso all’“election day” (lo svolgimento nello stesso giorno delle elezioni politiche e di quelle regionali).