La remunerazione sarà finanziata direttamente in bolletta con una componente aggiuntiva a carico dei consumatori. I prossimi passaggi
Di Marcella Judica
Dopo il via libera al capacity market italiano da parte Commissione Europea, lo scorso 7 febbraio, gli operatori si attendono che il processo di attuazione avvenga in tempi brevi e che le prime aste abbiano luogo già in autunno, in linea con le previsioni di Terna. Certo è che le parti istituzionali coinvolte e gli stakeholder interessati sono molti.
Da parte sua, l’ARERA (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente), l’11 aprile ha pubblicato la deliberazione 261/2018 “di modifica dei criteri e delle condizioni della disciplina del capacity market elettrico” (definita dalla delibera ARG/elt 98/11), che adegua i criteri e le condizioni della disciplina del mercato della capacità agli indirizzi ministeriali, agli impegni assunti dall’Italia con la Commissione Europea oltre che alle consultazioni precedentemente svolte dal regolatore (713/2016/R/eel e 592/2017/R/eel). Terna, che ha concluso il 6 aprile scorso le consultazioni sulle fasi di “prima attuazione” e di “piena attuazione” del capacity market avviate a valle delle richieste della Commissione, dovrà poi effettuare sulla base della delibera 261/2018 le ulteriori modifiche ed integrazioni allo “schema di disciplina”, che sarà quindi inviato all’ARERA per la verifica di conformità e, dopo il via libera dell’Autorità, al Ministero dello sviluppo economico (MISE) per la sua approvazione con decreto.
La deliberazione 261/2018 ha stabilito altresì che i parametri economici (tra cui i premi massimi, i valori dei parametri per il calcolo del prezzo di esercizio e l’importo della soglia minima) verranno definiti asta per asta con successivi provvedimenti, in quanto è opportuno adottarli dopo l’entrata in vigore della disciplina generale da parte del MISE.
Con il decreto MISE, il mercato della capacità potrà partire con la fase di “prima attuazione” per poi passare alla fase di “piena attuazione”. A regime, i titolari di asset di generazione di energia (sia esistenti che nuovi, sia da fonte fossile che rinnovabile non incentivati) potranno mettere a disposizione di Terna, mediante aste, una certa capacità produttiva nel medio termine, in cambio di una remunerazione (che si aggiunge alle entrate ottenute dalla vendita di elettricità sul mercato). Nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, le aste sono aperta anche alla domanda, ai sistemi di accumulo e alla capacità estera.
Il mercato della capacità, se ben congegnato, è volto a tutelare la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica, a prevenire o mitigare situazioni non ottimali come l’overcapacity e l’undercapacity e a permettere che l’incremento della generazione elettrica da FER così come il phase-out degli impianti termoelettrici più inquinanti (carbone in primis) avvengano senza rischi per il sistema. Questo almeno in teoria. Non sempre, infatti, il legislatore riesce a prevenire le distorsioni in una realtà in continua evoluzione.
Quel che è certo, per ora, è che la remunerazione della capacità sarà finanziata direttamente in bolletta con una componente aggiuntiva a carico dei consumatori. Speriamo solo che tali maggiori oneri siano controbilanciati da minori costi del dispacciamento.
(Primo di tre articoli)