Il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione che raccomanda all’Istituto di Francoforte di esaminare i modi in cui le banche centrali possono contribuire alla riduzione delle emissioni. La lotta al climate change entra nei negoziati sul Bilancio europeo 2021-2027
Bilancio pluriennale dell’UE: nei negoziati entra la lotta al climate change
Mercoledì 12 febbraio, il Parlamento europeo riunito il seduta Plenaria ha affrontato il dibattito sul bilancio pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027 alla presenza di Nikolina Brnjac, Segretario di Stato croato per gli Affari Esteri ed Europei, in rappresentanza del Consiglio, e della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La maggioranza dei deputati ha dichiarato che darà il proprio consenso solo a un bilancio di lungo termine che soddisfi le ambizioni dell’Unione Europea. Il Parlamento ha insistito sulla necessità di un finanziamento adeguato per realizzare gli obiettivi comuni come la lotta al cambiamento climatico, la trasformazione digitale ed ecologica e il sostegno alle regioni, città, agricoltori, giovani, ricercatori e imprenditori.
Il dibattito ha preceduto il Consiglio europeo del 20 febbraio, in cui gli Stati membri cercheranno di concordare una posizione comune sul prossimo bilancio finanziario pluriennale.
Parlamento UE, no alla presenza di piombo nel PVC: «È tossico»
Mercoledì 12 febbraio il Parlamento europeo ha respinto con 394 voti favorevoli, 241 contrari e 13 astensioni, una proposta della Commissione che avrebbe permesso una certa quantità di piombo nel PVC riciclato.
In particolare, la Commissione aveva proposto di modificare le norme relative sulla concentrazione di piombo nel PVC: come regola generale, lo 0,1% di piombo nel PVC, mentre soglie più alte erano consentite per il PVC riciclato (2% nel PVC rigido e 1% nel PVC flessibile).
Il Parlamento europeo ha ritenuto che la proposta vada contro il principio fondamentale del regolamento REACH, che è quello di proteggere la salute umana e l’ambiente. I deputati hanno ricordato che il piombo è una sostanza tossica che può danneggiare gravemente la salute, compresi danni neurologici irreversibili, anche a basse dosi ritenendo i livelli proposti dalla Commissione non in linea con gli standard di sicurezza.
La Commissione potrà ora presentare un progetto modificato o uno nuovo.
Parlamento UE: anche la BCE deve contribuire alla decarbonizzazione
Mercoledì 12 febbraio il Parlamento europeo ha approvato con 452 voti favorevoli e 142 contrari una risoluzione che raccomanda alla Banca Centrale Europea di esaminare i modi in cui le banche centrali possono contribuire alla decarbonizzazione del Continente.
Nonostante si tratti di una risoluzione che non ha valore di legge, è un segnale politico di quanto sia forte il sostegno degli eurodeputati ai progetti della BCE in materia di transizione ecologica.
Quest’anno la BCE sarà sottoposta a una revisione strategica e le raccomandazioni potrebbero essere presentate al consiglio di amministrazione della banca prima dell’inizio della COP26 di novembre.
Nel testo della risoluzione, i deputati hanno sottolineato la preoccupazione per il fatto che «il 62,1% degli acquisti di obbligazioni societarie della BCE avvenga nei settori responsabili del 58,5% delle emissioni di gas a effetto serra nell’area dell’euro» e hanno invitato la banca a riconsiderare i propri acquisti valutandoli alla luce dell’emergenza climatica.
Martedì 11 febbraio la presidente della BCE Christine Lagarde, è intervenuta davanti al Parlamento europeo affermando che «la BCE deve tener conto dei cambiamenti climatici quando considera le sue politiche e le sue operazioni», tuttavia «nessuno può chiedere alla BCE di sostituirsi ai Governi per quanto riguarda le azioni da mettere in campo».
Con l’obiettivo di far luce sul ruolo delle banche centrali nel favorire la transizione tecnologica, il think tank New Economics Foundation con sede a Londra, ha stimato che le principali banche centrali dell’area Euro, incluse quelle di Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, Cina e Svizzera, possiedono più di 12 miliardi di dollari in obbligazioni e titoli a sostegno del carbone.
La BCE risponderà formalmente alla risoluzione parlamentare nella sua relazione annuale prevista per aprile.
Il Parlamento UE respinge la mozione dei Verdi contro l’elenco dei PCI. Simson: essere nella lista non significa ricevere i finanziamenti
Mercoledì 12 febbraio il Parlamento europeo ha votato su una proposta presentata dai Verdi che aveva l’obiettivo di respingere l’elenco dei Progetti di Comune Interesse (PIC) della Commissione europea. La mozione è stata respinta con una maggioranza schiacciante: 443 voti contrari, 169 a favore e 36 astensioni.
L’iniziativa dei Verdi aveva lo scopo di bloccare l’elenco dei Progetti di Comune Interesse presentato a suo tempo dalla Commissione Junker. L’elenco comprende 151 progetti di infrastrutture energetiche, il 70% dei quali è legato all’elettricità e alle reti intelligenti.
Il problema per i Verdi è legato ai 32 progetti sul gas dato che la loro presenza sarebbe in contraddizione con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero al 2050.
La maggioranza dei deputati, invece, ritiene che il gas sia una fonte di fondamentale importanza per il passaggio a fonti di energia maggiormente sostenibili.
Sia i Verdi che i gruppi ambientalisti hanno manifestato delusione per l’esito della votazione.
Tuttavia Kadri Simson, Commissario all’Energia dell’UE, ha ricordato prima del voto che apparire sulla lista dei PCI non significa ricevere automaticamente i finanziamenti. Il segretario generale di Eurogas, James Watson, ha dichiarato che per ricevere i finanziamenti i progetti relativi a gasdotti dovranno dimostrare di essere adeguati anche per il trasporto di idrogeno, biogas e biometano.
BP: obiettivo emissioni zero entro il 2050
Mercoledì 12 febbraio il nuovo CEO di BP, Bernard Looney, ha annunciato che la compagnia azzererà entro il 2050 le emissioni causate dall’estrazione di petrolio e gas e dimezzerà l’intensità delle emissioni di tutti i prodotti con il suo marchio. Si tratterebbe della svolta più radicale in 111 anni di storia della compagnia.
Tuttavia, BP non ha ancora spiegato come raggiungerà i target dichiarati. Tra le opzioni possibili potrebbe esserci quella di puntare massicciamente sullo sviluppo della tecnologia di cattura e stoccaggio della CO2 che non è ancora utilizzata sul mercato.
BP nel 2019 ha prodotto una media 2,64 milioni di barili di petrolio al giorno ed emesso circa 415 milioni di tonnellate di CO2.
BP è la prima major oil&gas europea a fissare l’obiettivo di zero emissioni al 2050.
Southern Gas Corridor: in funzione entro la fine del 2020
Vitaly Baylarbayov, Vicepresidente della compagnia azera del gas SOCAR, ha dichiarato alla testata giornalistica Euractiv che l’Azerbaijan ha firmato un accordo di fornitura con l’Italia di 25 anni e il gas dovrebbe iniziare a fluire entro la fine del 2020.
Il Southern Gas Corridor consiste in tre gasdotti per una lunghezza totale di quasi 4.000 Km: il gasdotto del Caucaso meridionale (SCP) che collega l’Azerbaijan con la Georgia, il gasdotto Trans-Anatolico (TANAP) che attraversa la Turchia e il gasdotto Trans-Adriatico (TAP) che collega la Grecia, l’Albania e l’Italia.
La principale fonte di approvvigionamento di gas è il giacimento di Shah Deniz, situato nella zona economica dell’Azerbaijan nel Mar Caspio. Il costo dell’intero progetto ammonta a circa 40 miliardi di dollari.
Baylarbayov ha dichiarato che sia SCP che TANAP sono completi al 100% mentre il TAP solo al 91%. Ad oggi, ha affermato il vicepresidente della SOCAR, i pozzi attivi sono otto e forniscono gas alla Georgia e alla Turchia. In totale sono stati perforati sedici pozzi che sono pronti alla fornitura non appena saranno ultimati i lavori sugli ultimi 8 Km che giungono in Italia.
Per quanto riguarda i volumi di gas previsti in ciascuna sezione del gasdotto, Baylarbayov ha affermato che la Turchia ha ricevuto 2 miliardi di metri cubi nel 2018, 4 nel 2019 e per il 2020 la stima è intorno ai 6 miliardi di metri cubi. Inoltre, non appena il TAP entrerà in funzione saranno consegnati i 2 miliardi di metri cubi all’anno destinati alla Bulgaria e alla Grecia. Per quanto concerne l’Italia la fornitura sarà di 8 miliardi di metri cubi all’anno anche se, ha dichiarato il manager della SOCAR, questa quantità è destinata ad aumentare per il fabbisogno italiano che il gasdotto è assolutamente in grado di sostenere.
Ad una domanda sulla sostenibilità del gas, Baylarbayov ha risposto che il ruolo del gas rimarrà fondamentale almeno per i prossimi 50 anni.