Nuove tensioni tra Russia e Ucraina, economia circolare
In questa puntata del Focus Europa ci sono aggiornamenti importanti: analizziamo cosa è cambiato nel sistema ETS dopo l’approvazione definitiva del Consiglio UE e la modifica al testo sull’economia circolare da parte della Commissione ENVI. Prima però diamo un aggiornamento sulle tensioni scoppiate giovedì 1 marzo tra i due colossi del gas: la russa Gazprom e l’ucraina Naftogaz. Il clima si è agitato quando nonostante la sentenza di dicembre del tribunale arbitrale di Stoccolma Gazprom ha dichiarato di non effettuare alcuna fornitura di gas all’Ucraina adducendo al fatto che “non ci sono stati accordi aggiuntivi”. Questo è coinciso con giornate di gelo in Ucraina e dunque con la preoccupazione di una crisi energetica. In un comunicato del 4 marzo della Commissione Europea si legge che i pericoli per l’approvvigionamento sono scongiurati sia per l’Ucraina, che ha optato per importare maggiori quantità di gas dalla Polonia che per l’Europa. A mediare è stato il Vice presidente della Commissione UE Maroš Šefčovič che dopo la notizia ha avviato i colloqui con il primo ministro ucraino Volodymyr Groysman, con il CEO di Naftogaz Andriy Kobolev e con il ministro dell’Energia russo Alexander Novak. Da ultimo è importante sottolineare che la sentenza del tribunale di Stoccolma stabilisce che Gazprom può rescindere i contratti con Naftogaz in qualsiasi momento anche se è evidente che la procedura richiederà del tempo e non avrà dunque conseguenze immediate sui flussi di gas. Ricordiamo che la Russia sta facendo pressioni per iniziare i lavori per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2 entro il 2018 con il quale l’Ucraina verrebbe esclusa dalle tratte gasiere.
Veniamo agli aggiornamenti sul sistema ETS e sull’economia circolare:
- Il 27 febbraio 2018, il Consiglio UE ha approvato formalmente la riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) dell’UE per il periodo post 2020. La revisione della Direttiva rappresenta un passo avanti verso l’adempimento degli accordi di Parigi.
Il sistema ETS è stato riformato con l’introduzione dei seguenti elementi:
- il tetto massimo del volume totale di emissioni sarà ridotto annualmente del 2,2% (fattore di riduzione lineare);
- il numero di quote da immettere nella riserva stabilizzatrice del mercato sarà temporaneamente raddoppiato fino alla fine del 2023 (tasso di alimentazione);
- un nuovo meccanismo volto a limitare la validità delle quote nella riserva stabilizzatrice del mercato al di sopra di un determinato livello diventerà operativo nel 2023.
La revisione della Direttiva ETS comporta inoltre un certo numero di nuove disposizioni volte a proteggere l’industria contro il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di CO2 e di applicazione di un fattore di correzione transettoriale:
- la percentuale di quote da mettere all’asta sarà del 57%, con una riduzione condizionata della percentuale di quote messe all’asta del 3% qualora sia applicato il fattore di correzione transettoriale. Se attivato, questo sarà applicato in modo coerente in tutti i settori;
- la revisione delle norme relative all’assegnazione gratuita consentirà un migliore allineamento con i livelli effettivi di produzione delle imprese, mentre i parametri di riferimento usati per determinare l’assegnazione gratuita saranno aggiornati;
- i settori che presentano il maggiore rischio di trasferimento della produzione al di fuori dell’UE beneficeranno di un’assegnazione interamente gratuita. La percentuale di assegnazione gratuita per i settori meno esposti alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio è fissata al 30%. L’eliminazione graduale di tale assegnazione gratuita per i settori meno esposti inizierà dopo il 2026, ad eccezione del settore del teleriscaldamento;
- la riserva per i nuovi entranti conterrà inizialmente quote inutilizzate provenienti dal periodo in corso 2013-2020 e 200 milioni di quote provenienti dalla riserva stabilizzatrice del mercato. Fino a un massimo di 200 milioni di quote riconfluiranno nella riserva stabilizzatrice del mercato se non utilizzate nel periodo 2021-2030;
- gli Stati membri possono continuare a provvedere a una compensazione per i costi indiretti del carbonio in linea con le norme sugli aiuti di Stato.
L’approvazione formale rappresenta l’ultima tappa del processo legislativo. La nuova Direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.
- Martedì 27 febbraio, la Commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) ha modificato il testo relativo al pacchetto sull’economia circolare. In particolare la Commissione si è espressa su rifiuti urbani, rifiuti da imballaggio e discariche.
- Rifiuti urbani e rifiuti da imballaggio: la Commissione ha stabilito che entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani (provenienti da famiglie e imprese) dovrà essere riciclato. La percentuale salirà al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Per quanto concerne i materiali da imballaggio, il 65% dovrà essere riciclato entro il 2025 per arrivare al 70% entro il 2030. Gli obiettivi sono divisi per specifici materiali di imballaggio, come carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno.
- Discariche: gli Stati membri dovranno sforzarsi di garantire che a partire dal 2030, tutti i rifiuti adatti al riciclo non vengano accettati nelle discariche. Il testo modificato dalla Commissione limita inoltre al 10% entro il 2035 la quota dei rifiuti urbani da destinare alle discariche.
L’eurodeputata Simona Bonafè, relatrice del Circular Economy Package, ha dichiarato che «dopo lunghi negoziati con il Consiglio, siamo riusciti a portare a casa un grande risultato che getta nuove basi per uno sviluppo economico e sociale europeo sostenibile. Gli Stati membri saranno obbligati a seguire misure chiare e comuni sul ciclo di vita delle materie prime e sullo smaltimento dei rifiuti» aggiungendo che il pacchetto è in linea «con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite» e sarà in grado di rendere «l’economia del vecchio continente una delle più virtuose del mondo».
Il testo verrà votato nella Plenaria fissata per il 16-18 aprile.